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ApprofondisciSono oltre 153mila i lavoratori coinvolti finora dai percorsi di formazione finanziati con il Fondo nuove competenze, il “tesoretto” da 730 milioni di euro messo a disposizione delle aziende dal Decreto Rilancio (D.L. 34/2020, articolo 88) e rifinanziato dal D.L. Agosto anche per il 2021. La novità è che, per il triennio 2022-2024, un miliardo di risorse aggiuntive arriverà dal Recovery Fund, e in particolare – fa sapere il ministero del Lavoro – dal programma “React Eu”.
Al momento, le domande di accesso al Fondo, avviate da Anpal a novembre scorso, sono aperte fino al 30 giugno 2021.
Nato per contrastare gli effetti economici della pandemia, il Fondo nuove competenze consente alle aziende di rimodulare l’orario di lavoro, in base a un accordo sindacale, per destinare una parte delle ore a corsi di formazione. Quest’ultima è a carico delle aziende, ma il Fondo copre i costi retributivi e contributivi dei lavoratori, per le ore destinate ai corsi. Un aiuto non da poco, soprattutto per le aziende messe più in crisi dalle restrizioni legate al Covid. L’unica avvertenza è che per i lavoratori in cassa integrazione non è ammesso l’accesso al Fondo: in pratica, i due percorsi (Cig e formazione) sono alternativi. Le finalità principali dei corsi sono due: riqualificare il personale, ad esempio nell’ambito del digitale e delle lingue, o favorire percorsi di ricollocazione futura dei lavoratori, anche in altre aziende.
Nei primi mesi dell’anno, dopo la riapertura del termine per le domande (che in un primo momento era stato fissato al 31 dicembre 2020), sono rapidamente aumentate le richieste presentate dalle aziende. Quelle già ammesse al contributo sono 1.825: erano appena 106 ai primi di gennaio. I lavoratori coinvolti sono 153.266, appartenenti per il 70% a imprese con più di 250 addetti. Come area territoriale di impiego, prevale nettamente il Nord, con 105.132 lavoratori coinvolti. Anche le aziende più piccole, però, si sono fatte avanti: il 47% di quelle che sono state ammesse, da Nord a Sud, ha fino a 10 dipendenti, mentre il 33,8% ha un numero di addetti compreso fra 11 e 50.
Le ore di formazione autorizzate finora sono 14,4 milioni.
La cornice normativa del Fondo nuove competenze non detta alle aziende priorità sul tipo di formazione da mettere in campo. I decreti attuativi (del 9 ottobre 2020 e del 22 gennaio 2021) precisano che l’obiettivo dei corsi deve essere quello di innalzare il livello del capitale umano, offrendo ai lavoratori la possibilità di acquisire nuove o maggiori competenze, per adattarsi alle mutate condizioni del mercato del lavoro. Si punta poi a sostenere le imprese nell’adeguamento ai nuovi modelli organizzativi e produttivi post-pandemia. Gli accordi sindacali siglati nelle aziende devono individuare i fabbisogni del datore di lavoro in termini di nuove o maggiori competenze e le conoscenze/abilità acquisite devono essere certificate alla fine dei percorsi formativi.
I corsi attivati dalle aziende finora spaziano così dal business English e dalle lingue in genere alle nuove tecnologie, dalla comunicazione alla gestione dei team in smart working.
(Fonte: Il Sole 24 Ore)
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