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Piano 5.0 in Manovra?

Manca ancora il via libera dell’Ue per usare le risorse coperte con il RepowerEu.

Persistono incertezze sul piano che l’esecutivo italiano sta elaborando per la trasformazione ecologica delle imprese.

La sua inclusione nel disegno di legge di bilancio, prevista per il consiglio dei ministri del 16 ottobre, appare ora più intricata, poiché bisogna attendere la decisione europea sui piani italiani per il RepowerEu. Da questo, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy spera di ottenere circa 5,5 miliardi. L’intento è aggiornare il piano Transizione 4.0, modificandone le specifiche e rinominandolo Industria 5.0.

Tuttavia, le trattative con la Commissione sul RepowerEu, parte integrante del Pnrr per la transizione energetica, stanno durando più del previsto e non vi è ancora certezza sulle risorse disponibili e sui tempi di erogazione. Potrebbe quindi emergere una manovra inizialmente priva del principale capitolo per aziende e industria, con un’alternativa basata su un emendamento durante l’iter parlamentare del Ddl o un successivo decreto legge.

Il pacchetto in negoziazione con Bruxelles, includendo altre iniziative del Mimit, vale in realtà circa 7,9 miliardi. Sono in ballo anche 320 milioni per i finanziamenti agevolati della Nuova Sabatini per progetti di trasformazione ecologica delle aziende e 2 miliardi e 50 milioni per incentivare investimenti in batterie, pannelli solari, turbine eoliche, pompe di calore, elettrolizzatori per l’idrogeno, dispositivi per la cattura e stoccaggio del carbonio, e l’acquisizione e lavorazione di materie prime critiche. Riguardo a Industria 5.0, sono previste due linee di finanziamento. La prima, di 4 miliardi e 40 milioni, mira a rinnovare il piano Transizione 4.0, che attualmente promuove gli investimenti aziendali nella digitalizzazione. La nuova iniziativa, che potrebbe durare fino al 2025 (e per la consegna di macchinari incentivati, potrebbe estendersi fino al 30 giugno 2026), sosterrà progetti per ridurre il consumo energetico, sostituire i combustibili fossili, ridurre le emissioni, recuperare materie prime critiche e promuovere l’economia circolare. Un altro segmento, basato sul RepowerEu e valutato 1,5 miliardi, dovrebbe fornire crediti d’imposta per sostenere l’autoconsumo energetico da fonti rinnovabili, in particolare per nuovi impianti o l’espansione di quelli esistenti.

L’ambiguità riguardo al rinnovo dei crediti d’imposta del precedente piano 4.0 è una novità in vista della legge finanziaria. Questo elemento era stato regolarmente incluso nel Ddl approvato dal consiglio dei ministri, nel 2021 anche con effetto retroattivo. L’utilizzo dei fondi europei modifica la routine, ma fonti interne all’esecutivo assicurano che il nuovo piano 5.0 avrà copertura e verrà inserito in un provvedimento tempestivo.

Il nuovo schema di incentivi in esame riguarda, oltre ai crediti d’imposta per l’acquisto di beni strumentali digitali, anche quelli che premiano investimenti in ricerca, sviluppo, innovazione e design. Tuttavia, sembra improbabile che venga reintegrato il bonus per la formazione in tecnologie avanzate.

Mentre si attendono notizie dal RepowerEu, il Mimit ha già ottenuto garanzie dal Ministero dell’Economia sul rifinanziamento di altre iniziative industriali: contratti di sviluppo, accordi per l’innovazione e Ipcei (grandi progetti europei per la ricerca).

A confermarlo è stato il Ministro dell’economia e delle finanze in un recente convegno sull’innovazione digitale. Il Mimit aveva richiesto un rifinanziamento sostanzioso: solo per il 2024, 300 milioni per contratti di sviluppo, 50 milioni per accordi di innovazione e 750 milioni per gli Ipcei. Tuttavia, l’importo approvato dal Tesoro sarà probabilmente meno generoso.

(fonte: Il Sole 24 Ore)

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