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ApprofondisciQuesto numero supera quello della provincia di Roma, che si è fermata a 3.179 installazioni, nonostante abbia una popolazione complessiva di oltre 4,3 milioni di abitanti.
I dati provengono dalla settima edizione del “Barometro del Fotovoltaico”, uno studio condotto dalla società varesina Elmec Solar, specializzata nell’installazione e manutenzione di impianti fotovoltaici residenziali e industriali. Questi dati sono stati analizzati considerando i report pubblicati da Italia Solare, l’associazione delle imprese del settore.
Grazie a questo risultato, la provincia di Brescia è in testa all’accelerazione degli investimenti nelle fonti rinnovabili in Italia. A livello nazionale, il totale degli impianti solari installati ha raggiunto la cifra di 1.324.089 entro marzo 2023, rispetto ai 1.222.045 impianti installati nel 2022. Questo significa che nei primi tre mesi del 2023, sono stati aggiunti oltre 100.000 nuovi impianti nel nostro paese.
Un fattore significativo che ha contribuito al raggiungimento di questi risultati è stato il Superbonus, che fino a dicembre 2022 permetteva una detrazione del 110% per l’installazione di pannelli fotovoltaici e sistemi di accumulo. Tuttavia, poiché il processo di messa in rete dell’energia prodotta dai pannelli richiede in media dai tre ai quattro mesi, è facile comprendere come l’ondata di nuovi impianti con il beneficio del 110% si stia esaurendo nel secondo e terzo trimestre dell’anno in corso.
Curiosamente, nonostante il sole sia uno dei simboli distintivi del Meridione d’Italia, la maggior concentrazione di impianti fotovoltaici si trova al Nord del paese. Secondo lo studio di Elmec Solar, la provincia italiana con il maggior numero di impianti solari entro marzo 2023 è comunque Roma, con 50.887 impianti, seguita a breve distanza dalla provincia di Brescia con 45.979 impianti. Altre province con un alto numero di impianti includono Treviso (41.303), Padova (41.168), Vicenza (35.364), Torino (34.718), Venezia (31.619), Bergamo (30.834), Milano (30.371) e Verona (29.817).
Brescia è una provincia ad alto consumo energetico. Ogni anno, la provincia consuma oltre 13 GWh di energia, con la maggior parte del consumo proveniente dall’industria (64%), mentre i consumi domestici rappresentano poco più dell’11%. Al momento, meno di un terzo dell’energia consumata nella zona di Brescia è prodotta da fonti rinnovabili, con la quota più significativa proveniente dall’energia idroelettrica.
L’Unione Europea si è posta un ambizioso obiettivo del 40% di energia rinnovabile entro il 2030, come parte del pacchetto “Fit for 55”. Questo piano mira a incoraggiare una maggiore transizione verso fonti di energia sostenibili. Un nuovo impulso agli investimenti nelle energie rinnovabili potrebbe arrivare dalle Comunità Energetiche Rinnovabili, note come “Cer”. Si stima che oltre 200 di queste comunità possano essere create nella nostra provincia, e tra le 15 e le 20mila a livello nazionale. Le Cer rappresentano un nuovo strumento introdotto dal legislatore europeo, su cui l’Unione Europea punta molto per favorire la transizione verso fonti energetiche sostenibili, e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) prevede risorse per 2,2 miliardi di euro destinate a questo scopo.
La Regione Lombardia ha mostrato un forte interesse in queste comunità e ha stanziato contributi per 20 milioni di euro, dimostrando l’importanza che sta attribuendo alla promozione delle energie rinnovabili a livello locale. Questo rappresenta un’opportunità unica per trasformare i piccoli borghi in “oasi” capaci di produrre energia rinnovabile.
Nel territorio di Brescia, molti Comuni hanno già avviato le procedure per diventare Comunità Energetiche Rinnovabili. Tra i progetti più significativi, vi è quello promosso dalla società di servizi Garda Uno, che ha sviluppato il modello di Comunità Energetica di “area vasta” più grande d’Italia, coinvolgendo ben 43 Comuni. Un altro progetto importante è quello promosso dalla Comunità Montana della Valtrompia, che coinvolge 12 Comuni della Valle Trompia.
Queste iniziative mostrano come l’Italia stia lavorando attivamente per abbracciare una transizione energetica sostenibile, incoraggiando la partecipazione delle comunità locali nella produzione e utilizzo di energie pulite e rinnovabili.
Il settore agricolo sarà sempre più coinvolto nella transizione energetica del nostro Paese. Le sollecitazioni a partecipare a questo processo provengono da diverse fonti e stanno prendendo forma e concretezza in questi mesi. Una delle iniziative in questa direzione è rappresentata dal decreto di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) riguardante lo sviluppo dell’agrivoltaico. Questa misura consente nuovi investimenti nella produzione di energia fotovoltaica attraverso impianti realizzati dalle società agricole.
Il decreto prevede il secondo bando del Pnrr con una dotazione di un miliardo di euro (rispetto ai 500 milioni del primo bando, che ha già finanziato 7.000 imprese). Attraverso questo bando, le società agricole possono ottenere contributi a fondo perduto fino all’80% per realizzare impianti fotovoltaici sui tetti degli edifici agricoli, evitando quindi l’utilizzo di suolo agricolo. La potenza massima degli impianti fotovoltaici prevista è di 1 Megawatt, il doppio di quella consentita nel bando precedente. Inoltre, è stato rimosso il vincolo sull’autoconsumo, sebbene con alcune limitazioni importanti.
Inoltre, è previsto il raddoppio della spesa massima ammissibile per i sistemi di accumulo e ricarica, che passa da 50.000 a 100.000 euro.
Anche nel Bresciano, c’è grande attesa per lo sviluppo di questa misura, che sta suscitando interesse tra gli agricoltori e le organizzazioni agricole della zona.
Per supportare la pianificazione dello sviluppo del settore, sarà utile la mappa del potenziale agrivoltaico nazionale su scala regionale realizzata dall’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile). Il documento è stato creato da un team di ricercatori del centro ricerche Enea, che ha utilizzato criteri per minimizzare l’uso del suolo e ottimizzare la produzione energetica e agricola. La mappa, attualmente in fase di validazione, sarà resa accessibile online in futuro. Questa metodologia considera diversi fattori che influenzano il potenziale solare fotovoltaico di un’area, come quelli geofisici, tecnici e ambientali, oltre a quelli che condizionano la resa agricola, come le classi di uso del suolo, la capacità d’uso dei suoli e il deficit idrico.
(fonte: Giornale di Brescia)
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