Challenger Bank e Mediatore Creditizio: la Nuova frontiera della finanza digitale tra opportunità e consulenza
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ApprofondisciIl cantiere della legge di bilancio dovrà considerare anche il sostegno alle imprese che rischiano di esaurire le risorse entro la fine dell’anno. Tra le priorità di rifinanziamento all’esame del ministero dell’Economia figurano i contratti di sviluppo, la Nuova Sabatini e gli Accordi per l’innovazione. Come ogni anno, il ministero delle Imprese e del made in Italy presenterà un quadro dettagliato delle risorse necessarie per garantire continuità agli incentivi con il più alto grado di utilizzo, soprattutto nel settore industriale. Sebbene non siano ancora disponibili cifre precise, alcuni punti chiave sono già emersi. I contratti di sviluppo richiedono un intervento per sbloccare progetti approvati ma congelati in attesa di nuovi fondi. Inoltre, per i futuri bandi sarà necessario valutare con attenzione quali investimenti agevolare.
Questo strumento, gestito da Invitalia, è tra gli incentivi storici e sostiene investimenti di grande portata nei settori industriale, agroindustriale, turistico e ambientale, con particolare attenzione al Mezzogiorno. Con il supporto dei fondi del Pnrr, il governo sta cercando di orientare i contratti di sviluppo verso grandi investimenti nelle filiere tecnologiche legate alla transizione energetica, come l’idrogeno, le batterie e le energie rinnovabili. Tuttavia, un recente studio della Svimez ha evidenziato una risposta delle imprese del Sud inferiore alle attese, dimostrando che lo strumento è più efficace in settori maturi e consolidati, come l’agroalimentare, il turismo e la chimica farmaceutica, soprattutto per investimenti inferiori ai 100 milioni di euro.
La legge di bilancio potrebbe includere anche nuove risorse per la Nuova Sabatini, incentivo che riduce i tassi di interesse sui finanziamenti per l’acquisto o il leasing di beni strumentali. Sono previste maggiorazioni per gli investimenti a basso impatto ambientale e, a partire dal 1° ottobre, per le micro e piccole imprese che intraprendono un processo di capitalizzazione. Al ministero dell’Economia potrebbe inoltre arrivare la richiesta di rifinanziare gli Accordi per l’innovazione, che supportano progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale nelle tecnologie riconosciute dalla Commissione europea. Finora sono stati attivati due bandi, con 67 accordi sottoscritti entro il primo quadrimestre del 2024.
Al momento, non sembrano esserci piani per nuovi interventi sugli Ipcei, rifinanziati lo scorso anno con 1,1 miliardi di euro. Diverso il discorso per il Fondo di garanzia per le Pmi e per il credito d’imposta sugli investimenti nella Zona economica speciale del Mezzogiorno. Il Fondo non sembra richiedere interventi urgenti, ma molto dipenderà dalle decisioni sulla riforma in corso, la cui validità scadrà alla fine del 2024 se non prorogata. Per quanto riguarda la Zes, gli incentivi scadranno il 15 novembre 2024. Una volta valutato l’effettivo utilizzo della misura, potrebbero esserci fondi residui da utilizzare per una proroga nel 2025. Dopo il rischio di una riduzione dei benefici fiscali, il credito d’imposta è stato rifinanziato con 1,6 miliardi di euro, ai quali si aggiungono i fondi europei 2021-2027. Queste risorse potrebbero essere utili anche per il prossimo anno.
Il decreto omnibus ha stabilito che le imprese dovranno comunicare entro il 2 dicembre l’effettivo utilizzo delle risorse prenotate. Se gli investimenti risultassero inferiori alle previsioni, potrebbero avanzare fondi da destinare al rinnovo della misura per il 2025.
Infine, si sta riflettendo su quello che è stato definito il “piano casa”. In questo contesto, il ministero delle Imprese sta lavorando in coordinamento con i ministeri dell’Economia e delle Infrastrutture per introdurre misure che riducano il peso degli affitti per i dipendenti delle imprese, sia sotto forma di fringe benefit sia attraverso l’utilizzo di immobili statali.
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