Sa Finance al fianco della Filiera dell’Ottone: un modello di eccellenza e sostenibilità
Oggi il Giornale di Brescia ha sottolineato l’importanza di creare sistemi produttivi sinergic...
ApprofondisciLa principale novità è rappresentata dai titoli di solidarietà, come stabilito dall’articolo 77 del D.Lgs 117/2017. Questi titoli offrono un’opportunità di finanziamento, anche se l’operatività completa richiede l’approvazione dell’Unione Europea. Attraverso i titoli di solidarietà, gli istituti di credito possono emettere obbligazioni o altri titoli di debito (con durata non inferiore a 36 mesi) e certificati di deposito (con durata non inferiore a 12 mesi) senza applicare commissioni di collocamento. L’intera somma raccolta è destinata agli enti non profit. La sottoscrizione di questi titoli consente agli investitori di soggiogare interessi e plusvalenze al regime fiscale dei titoli di Stato, con una tassazione agevolata al 12,50%.
Dal punto di vista fiscale, gli emittenti ricevono un credito d’imposta pari al 50% delle liberalità erogate, purché l’importo sia almeno lo 0,60% dell’ammontare nominale dei titoli collocati.
Parallelamente, gli ETS possono già beneficiare del social lending (articolo 78 del D.Lgs 117/17), un nuovo strumento di finanza sociale che consente loro di ottenere risorse finanziarie attraverso piattaforme di social lending gestite da intermediari bancari iscritti all’apposito albo. Questo facilita il collegamento tra soggetti interessati a prestare denaro (privati o investitori istituzionali) e gli ETS che necessitano di finanziamenti per sostenere le proprie attività.
In entrambi i casi, la finanza sociale gode di incentivi fiscali, con una ritenuta alla fonte del 12,5% sui proventi, creando un ambiente favorevole per gli investitori.
La finanza sociale può inoltre sostenere progettualità basate su partenariati speciali tra enti locali e ETS, ad esempio per il recupero del patrimonio immobiliare pubblico inutilizzato. I titoli di solidarietà e i finanziamenti derivanti dal social lending possono cumularsi con le tradizionali raccolte fondi, potenziando i benefici fiscali grazie a strumenti come il social bonus, che consente crediti d’imposta fino al 65% dell’importo donato.
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