Tassi d’interesse e sofferenze: l’onda della crisi ucraina rende più urgente l’esigenza di liquidità delle imprese

Tassi sui nuovi mutui all’1,60%: 11 punti in più in un solo mese.

Gli effetti della nuova emergenza legata al conflitto in Ucraina si cominciano a riflettere sull’aumento dei tassi di interesse a famiglie e imprese, sulla consistenza dei depositi che riprendono a crescere e sull’andamento delle sofferenze nette bancarie, anch’esse in espansione. Lo afferma e lo sottolinea il bollettino mensile dell’ABI, emesso nei giorni scorsi.

Nel mese di marzo sono aumentati in maniera significativa i tassi sui nuovi mutui per l’acquisto della casa: sono passati all’1,6% dall’1,49% di febbraio con un rialzo, in un solo mese, di 11 punti base che non si registrava da anni. Il tasso medio sui nuovi mutui casa risale così ai massimi rispetto all’agosto 2019, quando si erano attestati all’1,7%. Nel marzo di tre anni fa i tassi sui nuovi mutui erano all’1,87% e per ritrovarli sopra il 2% bisogna tornare alla fine del 2017.

Il rialzo dei tassi di interesse, sottolinea il report dell’Abi, avviene in un contesto nel quale la gran parte delle famiglie mutuatarie beneficia di un contratto di mutuo a tasso fisso ed è quindi al riparo dal repricing del rischio da parte delle banche. Di pari passo sono aumentati anche i tassi per i finanziamenti alle imprese, passati dall’1,09% all’1,19% a marzo, con un incremento di dieci punti.

Capitolo depositi bancari: nel mese di marzo hanno ripreso a crescere, “complice” la liquidità che viene parcheggiata in banca quando il clima di incertezza non spinge le imprese verso nuovi investimenti. L’incremento del mese di marzo è di 11 miliardi, portando le consistenze sui depositi a quota 1.838 miliardi. Il tasso di incremento anno su anno è tornato oltre il 5%, quando tra le fine dello scorso anno e l’inizio del 2022 era sceso sotto quella soglia. Secondo l’associazione la variazione tendenziale è ancora troppo limitata rispetto ai mesi precedenti per poter già evidenziare una tendenza dei risparmiatori legata all’incertezza per lo scoppio della guerra in Ucraina.

C’è poi il capitolo sofferenze nette. Il bollettino Abi riporta il dato di febbraio, quando cioè in conflitto in Ucraina era appena iniziato e quindi era troppo presto per riflettere un trend. Il livello si è mantenuto in linea con il mese precedente: 18,118 miliardi di euro, invariato rispetto a gennaio (18.159). In ogni caso, si tratta di un valore nettamente più alto rispetto ai 15 miliardi registrati a settembre e a dicembre.

Il conflitto in Ucraina ha cambiato gli scenari e le implicazioni reali sull’economia nazionale sono da capire. Molto dipenderà anche dagli aiuti che il governo metterà in campo a sostegno delle imprese.

Sa finance Mediazione Creditizia è a disposizione per valutare nuove opportunità di liquidità per l’impresa.

(Fonte: Il Sole 24 Ore)

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