Servizio gestito da SA Finance Mediazione Creditizia Srl

Sostenibilità per le PMI: pubblicate le Linee guida definitive del Tesoro

Il rating per certificare la sostenibilità delle PMI assume la sua forma definitiva, semplificata rispetto alle prime proposte.

Questo concetto, a tratti percepito come teorico o alla moda, si concretizza nella possibilità di ottenere un accesso più ampio e semplice al credito.

Ieri il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ha pubblicato la versione finale delle Linee guida sul dialogo di sostenibilità tra PMI e Banche. La stesura è frutto di una consultazione avviata a giugno, che ha coinvolto 61 enti tra istituzioni, banche, associazioni di categoria, consulenti e università. Il coordinamento è stato guidato dal Tavolo per la finanza sostenibile, presieduto da Stefano Cappiello, direttore generale della regolamentazione finanziaria al MEF. Hanno partecipato anche ministeri, Bankitalia, Consob, Ivass e Covip.

Il risultato è un insieme di parametri ampio e flessibile, pensato per adattarsi alle specificità delle PMI nel dialogo con le banche. La finalità principale è migliorare l’accesso al credito, trasformando indicatori già usati dal sistema bancario in criteri di valutazione di sostenibilità. Le banche, infatti, devono già misurare il loro Green Asset Ratio, ovvero la quota di prestiti “verdi” sul totale dei finanziamenti. La sostenibilità, quindi, incide su rischi aziendali, posizionamento competitivo e costi operativi.

Nella versione finale delle Linee guida, i parametri passano da 45 a 40, grazie alla fusione di alcuni indicatori. Ad esempio, il nuovo indicatore n. 1 riunisce diverse informazioni relative ai “siti d’impresa”. Per le microimprese, le richieste si riducono a 20 indicatori chiave, che formano una base minima per la valutazione della sostenibilità.

La “carta d’identità verde” delle PMI si sviluppa in quattro aree tematiche:

  1. Mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici: include emissioni, obiettivi di riduzione e risorse impiegate per gestire i rischi climatici.
  2. Ambiente: valuta l’inquinamento, il consumo di risorse naturali (come l’acqua) e la presenza di impianti in aree protette.
  3. Società e forza lavoro: esamina il rispetto dei diritti dei lavoratori, l’uso dei contratti collettivi, la parità salariale di genere e la formazione.
  4. Condotta d’impresa: riguarda modelli organizzativi (come il 231), codici etici, misure anticorruzione e gestione dei rischi per salute e sicurezza sul lavoro.

Queste Linee guida aiutano a organizzare una mole di informazioni significativa, semplificando il processo per le imprese e facilitando la transizione sostenibile. Piaccia o meno, questa evoluzione appare ormai inevitabile sui mercati.

Vuoi maggiori informazioni?

Compila il modulo sottostante, un nostro esperto ti contatterà entro 24h

    Leggi le ultime news