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Ricerca e sviluppo, sanatoria con saldo e stralcio al 50%

I termini per aderire verrebbero estesi dal 31 ottobre 2024 al 31 dicembre 2024.

Non solo la lunga disputa con le aziende del settore moda. La soluzione che il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha proposto al Ministero dell’Economia riguardo al credito d’imposta per ricerca e sviluppo relativo al periodo 2015-2019 offrirebbe un vantaggio generale, applicabile a tutti i settori, con la possibilità di ridurre del 50% il versamento volontario aderendo alla sanatoria (senza sanzioni né interessi) per l’uso improprio in compensazione del credito stesso.

Un emendamento presentato da Fratelli d’Italia (firmatari Fausto Orsomarso e Guido Quintino Liris) al decreto omnibus, attualmente all’esame delle commissioni Finanze e Bilancio del Senato, riflette lo schema elaborato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, e nei prossimi giorni dovrà affrontare la verifica delle coperture finanziarie. Se sarà risolta la questione delle risorse, le aziende potranno aderire alla sanatoria versando almeno il 50% del credito utilizzato, senza necessità di coprire l’intero importo. Inoltre, i termini per aderire alla sanatoria verrebbero estesi dal 31 ottobre 2024 al 31 dicembre 2024.

Non solo. La proposta prevede anche uno slittamento di due anni dei termini per il pagamento, attualmente fissati al 16 dicembre 2024 per la rata unica e al 16 dicembre 2024, 16 dicembre 2025 e 16 dicembre 2026 per le tre rate. L’emendamento mira, inoltre, a semplificare l’accesso alla procedura per le aziende già coinvolte da un primo atto di recupero del credito, permettendo a chi ha già iniziato il versamento di sospendere le rate residue oltre il 50% o richiedere il rimborso di quanto già pagato in eccesso.

Infine, se la proposta verrà approvata, anche chi ha avviato ricorsi contro gli atti di recupero o accertamento potrà accedere al saldo e stralcio del 50%, sospendendo automaticamente i procedimenti in corso. Una soluzione su questo tema è fortemente richiesta, soprattutto dalle aziende del settore tessile-moda, inizialmente incluse nel bonus dalla normativa primaria, ma poi escluse dalle restrizioni dell’Agenzia delle Entrate, in particolare per le spese sostenute per campionari e collezioni.

Durante l’ultimo tavolo di settore, a inizio agosto, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, aveva rassicurato i rappresentanti del comparto, dichiarando di essere in costante dialogo con il ministro Giorgetti. «Puntiamo a inserire e attuare entro il 30 ottobre – aveva detto Urso – una norma che consenta di risolvere questa situazione che ha messo in difficoltà numerose aziende del settore».

L’emendamento Orsomarso-Liris fa parte di un pacchetto di 726 proposte di modifica presentate recentemente nelle commissioni del Senato.

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