Cosa finanzia l’agevolazione Transizione 5.0?
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ApprofondisciLa revisione recentemente approvata dalla Commissione Ue al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha comportato una riduzione degli obiettivi entro la fine dell’anno. Da un iniziale elenco di 69, ora siamo scesi a 52, suddivisi tra 15 riforme e 37 investimenti. Questa modifica ha influenzato anche la quinta rata, originariamente prevista per 18 miliardi, ora ridotta a circa 11 miliardi, con un taglio di circa 7 miliardi rispetto alla versione precedente del Piano. Anche la sesta tranche subirà una limatura, portando a una riduzione di circa 10 miliardi nei finanziamenti previsti per l’Italia nel 2024.
La revisione dell’agenda per questo semestre, presentata dal ministro per il PNRR, ha focalizzato principalmente la trattativa con l’Unione Europea sulle riforme. Il risultato indica un bilancio sostanzialmente equilibrato, con l’Italia ottenente una proroga fino al 31 marzo 2025 per garantire che le pubbliche amministrazioni paghino le proprie fatture entro 30 giorni (60 in sanità). Tuttavia, l’accelerazione degli appalti non ha ottenuto il previsto slittamento in termini di giorni tra il bando e l’aggiudicazione, così come tra questa e la realizzazione dell’opera. Correzioni tecniche sono state apportate sulle modalità di calcolo.
Lo slittamento di 15 mesi sui tempi di pagamento è vincolato a impegni per rafforzare la piattaforma dei debiti commerciali entro marzo 2024 e stabilire linee guida più stringenti per le amministrazioni che devono garantire l’accredito tempestivo dei trasferimenti da altri livelli di governo. Queste misure mirano a evitare ritardi che possono colpire le imprese fornitrici a causa di problemi nei pagamenti da parte degli enti locali.
La revisione della quinta rata è stata gestita con attenzione per garantire il raggiungimento sicuro degli obiettivi dell’Italia. Ad esempio, sono stati apportati adeguamenti agli impegni sulle norme pro concorrenza.
Nonostante la riduzione dei finanziamenti nell’anno successivo, la strategia del Ministero sembra rendere più probabile l’arrivo dei fondi in futuro, seppur distribuiti su 2025 e 2026. La sfida rimane complessa, richiedendo un nuovo decreto legge per l’attuazione, che sarà discusso nella cabina di regia insieme alle proposte normative di sindaci e presidenti di regione, focalizzate su liquidità e procedure. La clausola anti-ricorsi è un altro elemento chiave per accelerare il PNRR, riducendo i tempi delle conferenze dei servizi e semplificando le autorizzazioni. Resta aperta la questione dei fondi alternativi per le coperture delle opere, ma al momento non sembra essere risolta.
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