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Revisione del PNRR: 4,6 miliardi in meno nel 2024

Si attende ora il via libera dell’Ecofin dopo l’approvazione della Commissione Europea.

La rimodulazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), in attesa dell’approvazione da parte dell’Ecofin dopo aver ottenuto l’approvazione della Commissione europea, comporta una riduzione di 4,6 miliardi di euro nelle sovvenzioni a fondo perduto che l’Italia dovrebbe ricevere l’anno prossimo. Questo dato è significativo per i potenziali impatti sui saldi della finanza pubblica nel 2024, come evidenziato nella relazione fornita dall’Ufficio parlamentare di bilancio alle Commissioni Politiche Ue e Bilancio del Senato, che fa il punto sull’attuazione del Piano e fornisce una prima valutazione degli effetti della sua revisione.

La riscrittura del cronoprogramma, concordata con Bruxelles dopo un lungo negoziato, comporta lo spostamento di diversi obiettivi e milestone, influenzando il piano dei pagamenti delle rate, le quali sono basate sul numero e sull’importanza delle scadenze stabilite in ogni semestre. Per il prossimo anno, ciò si traduce in una significativa riduzione della quinta e sesta rata, complessivamente ridotte di circa 11 miliardi (9 miliardi dalla quinta e 2 dalla sesta). Questi fondi non vengono persi, ma sono “recuperati” sulle tranche successive e in particolare sull’ultima, che cresce notevolmente accumulando 173 obiettivi (53 in più rispetto al programma originario) per un valore di 32,76 miliardi, 11,96 miliardi in più rispetto a quelli previsti prima della revisione.

Tuttavia, le rate più basse per l’anno prossimo avranno un impatto sul fabbisogno e sulle modalità di copertura con i titoli di Stato, presentando una sostanziale differenza tra prestiti e sovvenzioni a fondo perduto. Nel caso dei prestiti, si verifica essenzialmente una sostituzione tra prestiti europei e nazionali, mentre le sovvenzioni finanziano la spesa senza incidere sul debito. Per le sovvenzioni, un semplice avvicendamento con i Btp non sarebbe indolore, poiché aumenterebbe il deficit e il debito del prossimo anno.

Considerando gli importi in gioco, potrebbe rendersi necessario un maggiore ricorso al mercato, a meno di riduzioni compensative di spese in altre voci del bilancio dello Stato. Tutto ciò si verifica mentre la spesa effettiva per il PNRR deve accelerare radicalmente a partire dal prossimo anno per recuperare il tempo perduto. La ricostruzione precisa di questo dato è complessa, e si attende il nuovo monitoraggio che dovrebbe essere incluso nella prossima relazione semestrale del Governo alle Camere. Nonostante diverse stime, i numeri sui pagamenti effettivi, fondamentali per misurare l’impatto reale del Piano sulla crescita del Pil, rimangono avvolti nell’incertezza, in attesa della prossima relazione governativa.

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