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PNRR italiano: freno a mano tirato?

Preoccupazioni per la lentezza della spesa effettiva e segnali incoraggianti sul fronte dell’assegnazione dei fondi.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) italiano si trova in una situazione ambivalente, oscillando tra preoccupazioni per la lentezza della spesa effettiva e segnali incoraggianti sul fronte dell’assegnazione dei fondi. Questo dualismo emerge chiaramente dalla nuova relazione semestrale sullo stato di avanzamento del Pnrr, presentata dal ministro Raffaele Fitto durante la cabina di regia alla presenza della premier Giorgia Meloni.

Stato della Spesa e Assegnazione dei Fondi

Al 30 giugno 2024, la spesa effettiva del Pnrr ammonta a 51,36 miliardi di euro, solo 9,4 miliardi in più rispetto alla fine del 2023, quando si attestava a 42 miliardi. Questo dato evidenzia una crescita contenuta, nonostante gli obiettivi di spesa siano ben più ambiziosi, come indicato dall’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), che prevede uscite effettive per 40,27 miliardi entro la fine dell’anno per mantenere il ritmo necessario fino al 2026.

Tuttavia, la situazione appare più complessa se si considerano le assegnazioni dei fondi. Dei 194,42 miliardi di euro complessivi del Pnrr, ben 164,79 miliardi (l’85%) sono già stati destinati ai soggetti attuatori tramite bandi, avvisi e altre procedure. Inoltre, per 122,04 miliardi (il 92% delle risorse assegnate) sono state attivate le procedure necessarie e avviate gare per 111,62 miliardi (il 91% del totale attivato). Questi numeri suggeriscono che, sebbene la spesa attuale sia ancora bassa, essa potrebbe accelerare significativamente nei prossimi mesi.

Missioni del Pnrr: Luci e Ombre

L’analisi per missioni rivela un andamento disomogeneo. La prima Missione, dedicata alla digitalizzazione, pubblica amministrazione, cultura e turismo, si distingue per la sua avanzata realizzazione finanziaria: ha speso il 35,7% delle risorse già erogate, pur rappresentando solo il 21,3% del totale del Piano, con un avanzamento finanziario del 49%.

Di contro, altre aree del Pnrr mostrano ritardi preoccupanti. La Missione 2, dedicata alla transizione ecologica, pur essendo la più sostanziosa in termini di risorse complessive, ha un avanzamento finanziario del 33%. Ancora più problematiche sono la Missione 5 (inclusione e coesione), ferma al 10%, e la Missione 6 (sanità), che raggiunge solo il 12%.

Monitoraggio e Prospettive Future

Alla luce di questi dati, l’attenzione resta alta sui potenziali ritardi. Il ministro Fitto ha richiamato l’importanza di un monitoraggio rigoroso, come previsto dall’articolo 2 del decreto legge Pnrr quater (19/2024), che prevede la possibilità di sostituire i soggetti attuatori inadempienti. Il Governo valuterà attentamente lo stato di attuazione del Piano, con l’obiettivo di esercitare poteri sostitutivi nei confronti degli enti in ritardo.

In conclusione, mentre la spesa effettiva del Pnrr procede lentamente, i numerosi progetti già avviati suggeriscono una potenziale accelerazione nei prossimi mesi. Tuttavia, le difficoltà riscontrate in alcune missioni specifiche richiedono un monitoraggio costante e interventi correttivi per garantire il rispetto dei cronoprogrammi e il successo complessivo del Piano.

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