Sarà possibile aderire alla procedura fino al 3 giugno 2025. Il Decreto MIMIT n. 25/2025, pubblicato...
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Requisiti complessi, burocrazia e normativa richiedono un supporto specialistico
Il Piano Transizione 5.0, nato per supportare la digitalizzazione e l’efficienza energetica delle imprese, sta incontrando rallentamenti significativi. Nonostante la promessa di agevolazioni finanziarie, le aziende segnalano una serie di ostacoli burocratici e requisiti complessi che stanno rallentando l’avvio degli investimenti.
I dati parlano chiaro: 99 milioni utilizzati su 6,23 miliardi disponibili
In tre mesi, solo 99 milioni di euro in crediti d’imposta sono stati prenotati da 324 imprese, appena l’1,6% dei 6,23 miliardi previsti. Se si includono i progetti in fase di revisione, il totale sale a 116 milioni, ma i numeri restano comunque ben al di sotto delle aspettative. Questa lentezza è attribuita alle complesse procedure di registrazione e alla necessità di rispettare severi criteri imposti dai regolamenti europei.
Tematiche principali: costi e disponibilità del fotovoltaico
Uno dei problemi principali è l’obbligo di utilizzare pannelli fotovoltaici made in Europe, spesso difficili da reperire o troppo costosi. Questo ha spinto molte imprese a rivedere i propri piani di investimento, con alcuni progetti che sono stati addirittura sospesi. Matteo Parravicini, CEO di Para, ha raccontato come due dei suoi tre progetti siano stati bloccati per l’impossibilità di soddisfare queste condizioni.
Correzioni in arrivo: nuove aliquote e incentivi per sostenere le PMI
Il governo sta preparando un emendamento per modificare il piano e renderlo più attraente per le imprese. Le novità includono:
- l’aumento delle aliquote di credito d’imposta, che potrebbero arrivare fino al 60%,
- la possibilità di cumulare questi incentivi con quelli per la Zona Economica Speciale (ZES) nel Sud Italia.
L’obiettivo è sostenere soprattutto le piccole e medie imprese, premiando maggiormente gli investimenti più contenuti.
Focus sulla sostenibilità
Un altro aspetto critico è la necessità di calcolare il risparmio energetico ex-ante ed ex-post, un processo che richiede la raccolta e l’analisi di una grande quantità di dati. Le PMI, in particolare, trovano queste richieste difficili da gestire, e molte aziende stanno lottando per dimostrare l’efficienza energetica dei nuovi investimenti rispetto a tecnologie alternative.
Superincentivi per il fotovoltaico europeo
Per incentivare l’utilizzo di pannelli fotovoltaici europei, il governo intende aumentare le maggiorazioni già previste. Gli investimenti in moduli ad alta efficienza potrebbero beneficiare di una base di calcolo superiore al loro costo effettivo, arrivando al 150%. Inoltre, un nuovo super-incentivo sarà destinato ai pannelli leggermente meno efficienti ma interamente made in Europe.
Coinvolgimento delle Esco
Infine, il piano correttivo consentirà alle Energy Service Company (Esco) di ottenere crediti d’imposta per progetti di innovazione energetica realizzati presso le aziende. Questo ampliamento delle agevolazioni mira a favorire ulteriormente la transizione energetica del tessuto imprenditoriale italiano.
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