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È previsto un credito d’imposta del 40% per le imprese dei settori agricoltura, pesca e acquacoltura che investono in beni materiali e immateriali strumentali nuovi, inclusi negli allegati A e B della legge n. 232/2016.
Gli investimenti devono essere effettuati dal 1° gennaio al 31 dicembre 2026, oppure entro il 30 giugno 2027 se entro fine 2026 l’ordine è stato accettato e pagato un acconto del 20%.
Il credito è riconosciuto fino a un milione di euro di investimento e nei limiti di spesa pubblica complessiva fissata a 2,1 miliardi di euro per il 2026.
In caso di leasing finanziario, rileva il costo sostenuto dal locatore.
Se i beni vengono ceduti, distolti dall’attività o non riscattati entro il quinto anno successivo, il credito viene ridotto o restituito, senza sanzioni né interessi.
Si applicano le regole degli investimenti sostitutivi previste dalla legge n. 205/2017.
Il credito non si applica agli investimenti che beneficiano di altre specifiche agevolazioni (art. 1, comma 446, legge n. 207/2024 e art. 96 della stessa legge).
È però cumulabile con altri incentivi, purché non si superi il costo complessivo sostenuto.
Il credito è utilizzabile solo in compensazione (art. 17 del D.Lgs. 241/1997) e non soggetto ai limiti ordinari previsti da altre norme fiscali.
Le imprese beneficiarie devono conservare tutta la documentazione (fatture, DDT, contratti, ecc.) che provi il corretto sostenimento dei costi.
Le fatture e i documenti devono riportare riferimento esplicito all’articolo della legge che concede l’agevolazione.
È inoltre richiesta una certificazione contabile che attesti la conformità delle spese alla contabilità aziendale.
Tale certificazione deve essere rilasciata da un revisore legale o società di revisione iscritta al registro ufficiale (art. 8 D.Lgs. 39/2010).
Per le imprese non obbligate per legge alla revisione, i costi della certificazione sono anch’essi agevolabili, fino a un massimo di 5.000 euro, nel rispetto del tetto complessivo di spesa.
Il revisore deve rispettare i principi di indipendenza professionale, in linea con le regole europee e con il codice etico dell’IFAC.
Un decreto interministeriale (Agricoltura, Imprese, Economia) definirà entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge le modalità operative per l’attuazione della misura.
Il decreto dovrà garantire il rispetto dei limiti di spesa, delle norme UE sugli aiuti di Stato e delle procedure del Registro nazionale degli aiuti.
Il Ministero dell’Agricoltura sarà responsabile degli adempimenti verso l’Unione Europea e della gestione complessiva della misura.
La finalità complessiva dell’intervento è quella di favorire l’innovazione tecnologica e la competitività nel settore primario, sostenendo l’acquisto di macchinari, attrezzature e software utili alla modernizzazione delle imprese agricole e della pesca.
Questa misura rappresenta un passo concreto verso la modernizzazione dell’agricoltura e della pesca italiana, accompagnando le imprese verso modelli produttivi più innovativi, digitali e sostenibili. L’intervento valorizza il ruolo strategico del settore primario nell’economia nazionale e lo allinea alle nuove sfide ambientali, tecnologiche ed energetiche. Il nuovo credito d’imposta per investimenti in beni strumentali introduce un meccanismo di sostegno agile e diretto, capace di accompagnare le imprese agricole e ittiche verso un modello produttivo più efficiente, digitalizzato e competitivo.
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