Nuovo credito d’imposta 2026 per il settore primario: investimenti 4.0 agevolati fino al 40%

Con la Legge di Bilancio 2026 arriva una misura strategica per il rilancio delle imprese agricole, ittiche e dell’acquacoltura. Si tratta di un credito d’imposta del 40% rivolto a chi investe in beni strumentali nuovi, materiali e immateriali, per innovare e digitalizzare le proprie attività produttive.

Una leva fiscale pensata per stimolare la competitività, la sostenibilità ambientale e il salto tecnologico del comparto primario, in coerenza con gli obiettivi della Transizione 5.0.

Possono beneficiare dell’incentivo tutte le imprese attive nella produzione primaria di prodotti agricoli, pesca e acquacoltura, incluse le attività connesse previste dal Codice Civile. Ammesse anche micro, piccole e medie imprese su tutto il territorio nazionale, purché regolarmente iscritte e in regola con gli obblighi fiscali e contributivi.

L’intervento mira a colmare il divario tecnologico che ancora caratterizza il settore primario, introducendo un incentivo fiscale specifico in linea con i principi del Piano Transizione 5.0, ma adattato alle peculiarità delle filiere agroalimentari e della pesca.

Quali investimenti sono agevolabili

Sono ammissibili le spese sostenute dal 1° gennaio al 31 dicembre 2026, con possibilità di completamento entro il 30 giugno 2027, a condizione che entro il 2026 l’ordine sia stato accettato e sia stato versato un acconto minimo del 20%.

Tra i beni incentivati:

  • macchinari e impianti per la produzione e trasformazione primaria;
  • attrezzature e tecnologie digitali conformi agli allegati A e B della Legge 232/2016 (Industria 4.0);
  • software, piattaforme e sistemi per il controllo dei processi produttivi e ambientali.

Quanto vale l’incentivo

Il credito d’imposta riconosciuto alle imprese agricole e ittiche si configura come un contributo automatico, a carattere settoriale, connesso direttamente agli investimenti effettuati nel corso del 2026 in macchinari, impianti, attrezzature e software idonei a migliorare la produttività e la tracciabilità dei processi. L’accesso al credito non è subordinato a una preventiva autorizzazione, ma alla realizzazione effettiva degli investimenti conformemente ai requisiti tecnici previsti dalla norma e dal successivo decreto attuativo interministeriale.

Il contributo è pari al 40% del costo per investimenti in beni 4.0 destinati a strutture produttive in Italia. È previsto anche un credito:

  • del 30% per impianti di stoccaggio energetico collegati a impianti fotovoltaici o mini eolici;
  • del 50% per le spese relative alla diagnosi energetica ex ante.

Il credito d’imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione, non concorre alla formazione del reddito e non rileva ai fini IRAP. In caso di leasing, l’importo agevolabile corrisponde al costo sostenuto dal locatore.

Limiti e cumulabilità

Il plafond complessivo per il 2026 è fissato in 2,1 milioni di euro.

Il bonus può essere cumulato con altri incentivi, purché non venga superato il costo totale dell’investimento. Tuttavia, non è cumulabile con altri crediti d’imposta per beni strumentali né con le agevolazioni delle ZES.

Come accedere al credito

Le modalità operative verranno definite con un decreto interministeriale (MASAF, MIMIT e MEF) da emanarsi entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge. Il decreto disciplinerà:

  • modalità e tempi per presentare domanda;
  • criteri di ammissibilità;
  • controlli e sistema di monitoraggio.

È prevista anche la certificazione delle spese da parte di un revisore legale per le imprese non soggette a revisione contabile. Il relativo costo è agevolabile fino a un massimo di 5.000 euro.

Perché è strategica per le imprese

Questa misura rappresenta un passo concreto verso la modernizzazione dell’agricoltura e della pesca italiana, accompagnando le imprese verso modelli produttivi più innovativi, digitali e sostenibili. L’intervento valorizza il ruolo strategico del settore primario nell’economia nazionale e lo allinea alle nuove sfide ambientali, tecnologiche ed energetiche. Il nuovo credito d’imposta per investimenti in beni strumentali introduce un meccanismo di sostegno agile e diretto, capace di accompagnare le imprese agricole e ittiche verso un modello produttivo più efficiente, digitalizzato e competitivo.

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