Una panoramica delle misure attive che supportano le imprese negli investimenti in beni strumentali ...
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Una leva fiscale pensata per stimolare la competitività, la sostenibilità ambientale e il salto tecnologico del comparto primario, in coerenza con gli obiettivi della Transizione 5.0.
Possono beneficiare dell’incentivo tutte le imprese attive nella produzione primaria di prodotti agricoli, pesca e acquacoltura, incluse le attività connesse previste dal Codice Civile. Ammesse anche micro, piccole e medie imprese su tutto il territorio nazionale, purché regolarmente iscritte e in regola con gli obblighi fiscali e contributivi.
L’intervento mira a colmare il divario tecnologico che ancora caratterizza il settore primario, introducendo un incentivo fiscale specifico in linea con i principi del Piano Transizione 5.0, ma adattato alle peculiarità delle filiere agroalimentari e della pesca.
Sono ammissibili le spese sostenute dal 1° gennaio al 31 dicembre 2026, con possibilità di completamento entro il 30 giugno 2027, a condizione che entro il 2026 l’ordine sia stato accettato e sia stato versato un acconto minimo del 20%.
Tra i beni incentivati:
Il credito d’imposta riconosciuto alle imprese agricole e ittiche si configura come un contributo automatico, a carattere settoriale, connesso direttamente agli investimenti effettuati nel corso del 2026 in macchinari, impianti, attrezzature e software idonei a migliorare la produttività e la tracciabilità dei processi. L’accesso al credito non è subordinato a una preventiva autorizzazione, ma alla realizzazione effettiva degli investimenti conformemente ai requisiti tecnici previsti dalla norma e dal successivo decreto attuativo interministeriale.
Il contributo è pari al 40% del costo per investimenti in beni 4.0 destinati a strutture produttive in Italia. È previsto anche un credito:
Il credito d’imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione, non concorre alla formazione del reddito e non rileva ai fini IRAP. In caso di leasing, l’importo agevolabile corrisponde al costo sostenuto dal locatore.
Il plafond complessivo per il 2026 è fissato in 2,1 milioni di euro.
Il bonus può essere cumulato con altri incentivi, purché non venga superato il costo totale dell’investimento. Tuttavia, non è cumulabile con altri crediti d’imposta per beni strumentali né con le agevolazioni delle ZES.
Le modalità operative verranno definite con un decreto interministeriale (MASAF, MIMIT e MEF) da emanarsi entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge. Il decreto disciplinerà:
È prevista anche la certificazione delle spese da parte di un revisore legale per le imprese non soggette a revisione contabile. Il relativo costo è agevolabile fino a un massimo di 5.000 euro.
Questa misura rappresenta un passo concreto verso la modernizzazione dell’agricoltura e della pesca italiana, accompagnando le imprese verso modelli produttivi più innovativi, digitali e sostenibili. L’intervento valorizza il ruolo strategico del settore primario nell’economia nazionale e lo allinea alle nuove sfide ambientali, tecnologiche ed energetiche. Il nuovo credito d’imposta per investimenti in beni strumentali introduce un meccanismo di sostegno agile e diretto, capace di accompagnare le imprese agricole e ittiche verso un modello produttivo più efficiente, digitalizzato e competitivo.
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