Nuova Sabatini, finanziamenti per oltre 30 miliardi di euro

Sabatini sempre più al centro dell’attenzione delle PMI che acquistano macchinari nuovi per sviluppare la propria attività. Dopo essere stata rifinanziata dal ministero (e avere riaperto lo sportello per le richieste il 2 luglio scorso), la valenza di questa misura emerge anche dai numeri diffusi sull’ultimo anno di attività.

Il report di giugno diffuso dal Ministero all’inizio di luglio mette infatti in luce, ancora una volta, tutti gli aspetti positivi e il gradimento delle imprese nei confronti dell’agevolazione. L’importo di contributi prenotato negli ultimi 12 mesi (da luglio 2020 a giugno 2021 compresi) è pari a oltre 2 miliardi e mezzo di euro, per la precisione 2 miliardi e 626 milioni di euro. A questo importo vanno sottratti circa 32 milioni di euro frutto di rinunce, revoche o rideterminazioni.

Nei mesi di aprile, maggio e giugno, la crescita di domande sulla Sabatini è stata inarrestabile: 113 milioni di euro prenotati al Mise nel mese di aprile, 126 milioni nel mese di maggio e 204 milioni nel mese di giugno. Per avere un paragone si pensi che a luglio e agosto dello scorso anno la media delle prenotazioni mensili era di circa 40 milioni di euro.

Interessante anche valutare l’impatto di tale agevolazione sui finanziamenti accordati (la formula della Sabatini è un contributo in conto interessi, quindi va ad abbattere il tasso applicato dall’istituto di credito). I finanziamenti totali accordati ammontano a 30 miliardi di euro per l’acquisto di macchinari strumentali nuovi.

Per quanto riguarda le domande, in un anno hanno raggiunto le 137 mila, delle quali 23 mila presentate dalla media impresa, 57 mila dalla piccola e 56 mila dalla micro impresa. L’investimento medio ammonta a poco meno di 200 mila euro (198 mila), mentre il numero di decreti emessi ammonta a 123 mila.

Interessante anche il rapporto fra finanziamenti ordinari e finanziamenti legati all’acquisto di beni 4.0, ovvero quella tipologia di beni che rispetta le caratteristiche di “transizione 4.0”. Mentre tornando all’autunno scorso (novembre/dicembre 2020) il rapporto fra le due tipologie di beni era sostanzialmente in pareggio, anche se con la predominanza di quelli 4.0, negli ultimi mesi la “preferenza” è andata salendo, tanto che ad aprile, maggio e giugno, i finanziamenti accordati per beni 4.0 sono stati oltre il doppio di quelli accordati per l’acquisto di beni classici.

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