Mondo del credito: come il Covid ha stravolto le dinamiche

I numeri e la situazione del credito alle imprese in Italia dipingono un quadro per ora in salute, ma che pare inevitabilmente viziato dalla questione pandemica e dal lungo momento di transizione.

La connessione temporale è ovviamente legata all’arrivo della pandemia che all’inizio del 2020 ha sconvolto l’economia mondiale e quella italiana non ha fatto eccezione. Prima che il termine “covid” entrasse nel nostro vocabolario quotidiano la situazione del credito alle imprese era questa: Banca d’Italia aveva misurato in una manciata di anni una contrazione del credito alle imprese da 914 miliardi (2011) a 631 miliardi (fine 2019), ovvero meno 31 per cento.

Ma la crisi pandemica ha sostanzialmente ribaltato la situazione, tant’è che dallo scoppio del Covid e nel semestre successivo dalle banche all’economia sono passati ben 100 milioni di euro.

Non solo. Molte imprese hanno approfittato giustamente delle agevolazioni messe a disposizione dallo stato per contrastare il momento nero per ricondizionare i propri finanziamenti o per accenderne con garanzie statali. Dall’altro lato, le moratorie hanno concesso ossigeno per molti mesi.

E in questi mesi sono sostanzialmente scomparsi i “prestiti a breve” sostituiti da quelli a medio termine, le cui condizioni agevolate hanno spinto molte imprese ad avvalersene anche per necessità di liquidità e circolante non legate ad investimenti o progetti di sviluppo specifici.

Insomma, è un mondo del credito che cambia e che il Covid ha inevitabilmente falsato. Oggi più che mail la figura del mediatore finanziario, diventa centrale rispetto a questo sistema, per la capacità di consigliare e accompagnare le aziende verso le soluzioni più adeguate alle singole esigenze.   

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