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Legge di bilancio: le misure per le imprese

Le misure per le imprese contenute nella Legge di Bilancio 2025 mirano a incentivare assunzioni e investimenti, favorire la transizione digitale e sostenibile, sostenere la quotazione sui mercati dei capitali e migliorare l’accesso al credito.

Sul fronte fiscale, le novità principali riguardano la revisione dei crediti d’imposta per Transizione 4.0 e 5.0, senza ulteriori modifiche rilevanti.

Di seguito una panoramica delle principali misure previste.

Come funziona l’IRES premiale
Introdotta durante l’esame parlamentare della Manovra 2025, l’IRES premiale prevede una riduzione dell’aliquota dell’imposta sul reddito d’impresa dal 24% al 20%. Questa agevolazione è riservata alle imprese che effettuano specifici investimenti finalizzati all’acquisto di beni strumentali o all’incremento dell’organico aziendale.

La normativa stabilisce criteri precisi per accedere all’IRES premiale. L’impresa deve accantonare almeno l’80% degli utili maturati nell’esercizio 2024. Di questi, almeno il 30% deve essere destinato all’acquisto di beni strumentali nuovi, corrispondendo ad almeno il 24% degli utili del 2023. Gli investimenti, pari a un minimo di 20.000 euro, devono riguardare macchinari e software inclusi nelle agevolazioni 4.0 e 5.0 (allegati A e B della legge 232/2016 e articolo 38 del D.L. 19/2024).

Gli utili accantonati non possono essere distribuiti per i due esercizi successivi, e i beni acquistati devono essere mantenuti per almeno cinque anni.

Inoltre, l’impresa è tenuta a effettuare nuove assunzioni a tempo indeterminato, incrementando il numero di lavoratori dipendenti di almeno l’1% rispetto al periodo d’imposta 2024.

Riforma degli incentivi Transizione 5.0

La Manovra 2025 introduce un potenziamento degli incentivi Transizione 5.0, aumentando le aliquote agevolative in funzione dell’intensità dell’investimento. Le fasce di agevolazione sono ora ridotte a due, con l’estensione della prima fascia fino a 10 milioni di euro, rendendo più consistente il credito d’imposta per gli investimenti tra 2,5 e 10 milioni di euro.

Il credito d’imposta rimane collegato al risparmio energetico, con aliquote che aumentano al crescere dell’efficienza e diminuiscono con l’aumentare dell’investimento.

  • Per un risparmio energetico del 3% (o del 5% su un singolo processo produttivo), il credito d’imposta è fissato al 35% fino a 10 milioni di euro, eliminando la precedente fascia intermedia del 15%. L’aliquota resta al 5% per investimenti tra 10 e 50 milioni di euro.
  • Con un aumento dell’efficienza energetica almeno del 6% (o del 10% sul processo produttivo), il credito d’imposta sale al 40% fino a 10 milioni di euro, con la fascia superiore mantenuta al 10%.
  • Per risparmi energetici del 10% sull’impianto (o del 15% sul processo), l’aliquota è portata al 45% fino a 10 milioni di euro e al 15% per investimenti tra 10 e 50 milioni.

Un ulteriore incremento riguarda gli investimenti in sistemi fotovoltaici, per i quali la base di calcolo del credito d’imposta viene maggiorata al 130%, 140% o 150%, a seconda della tipologia di modulo.

La riforma elimina l’obbligo di presentare certificazioni di risparmio energetico quando il nuovo macchinario sostituisce uno ammortizzato da almeno due anni. Inoltre, l’agevolazione viene estesa alle ESCo (energy service company) in presenza di contratti che garantiscano una riduzione dei consumi energetici di almeno il 3% per la struttura produttiva o del 5% per i processi oggetto dell’investimento.

Viene inoltre consentita la cumulabilità con tutte le misure (compresi i fondi europei) ad eccezione del bonus transizione 4.0.

Freno al credito d’imposta 4.0

Dal 2025, il Bonus 4.0 subisce modifiche significative che escludono dagli incentivi gli investimenti in beni immateriali elencati nell’Allegato B della legge 232/2016, ovvero i software. Inoltre, viene introdotto un tetto massimo di risorse disponibili per la misura, fissato a 2,2 miliardi di euro.

Queste modifiche si applicano alle spese sostenute a partire dal 1° gennaio 2025. Per gli investimenti effettuati nel 2024, resta valido il meccanismo attuale, che garantisce l’automatico riconoscimento del credito d’imposta senza limiti legati alle risorse disponibili.

Altre misure per le imprese

Tra le misure prorogate al 2025 per il sostegno alle imprese, si evidenziano:

  • Credito d’imposta ZES: riservato alle imprese che investono in beni strumentali destinati a strutture produttive esistenti nelle Zone Economiche Speciali.
  • Bonus quotazione PMI: un credito d’imposta pari al 50% delle spese di consulenza sostenute dalle piccole e medie imprese fino al 31 dicembre per la quotazione in borsa.
  • Fondo di Garanzia PMI: il tetto massimo garantito per singolo beneficiario finale resta fissato a 5 milioni di euro, mantenendo le attuali percentuali di copertura, che variano in base alla finalità dell’operazione e ad altri parametri. Tuttavia, la garanzia sui finanziamenti per esigenze di liquidità è ridotta al 50%, mentre il limite per l’ammissibilità delle operazioni di riassicurazione di “importo ridotto” è aumentato a 100mila euro.

Contributi per i soggetti che hanno aderito alla procedura per il riversamento del credito di imposta R&S

Al comma 458 si riconosce un contributo in conto capitale per investimenti ai soggetti che hanno aderito, entro il 31 ottobre 2024, alla procedura di riversamento del credito d’imposta in ricerca e sviluppo, prevista dall’art. 5 del D.L. n. 146/2021.

Sarà un decreto del Ministro delle imprese e del made in Italy, da emanare di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, le modalità di erogazione del contributo, le percentuali dello stesso e la sua rateizzazione.

Rifinanziamento Nuova Sabatini

Il comma 461 rifinanzia con 1,7 miliardi di euro la Nuova Sabatini, assicurando la continuità ad uno dei principali strumenti agevolativi nazionali, che si è rivelato efficace, anche in chiave anticongiunturale, per la crescita e il rilancio degli investimenti produttivi delle micro, piccole e medie imprese.

In particolare, lo stanziamento autorizzato è di:

– 400 milioni di euro per l’anno 2025;

– 100 milioni di euro per l’anno 2026;

– 400 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2027 al 2029.

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