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La riforma del Fondo di Garanzia

Previsti tre livelli di copertura: investimenti garantiti all’80%, liquidità al 60%, capitale di rischio al 50%.

La riforma del Fondo di garanzia per le PMI, dopo un lungo periodo di negoziati, si avvicina alla conclusione. Il confronto, avviato prima dell’estate sulla base delle proposte del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), sta per giungere a un compromesso che tiene conto delle esigenze di copertura e sostenibilità evidenziate dal Ministero dell’Economia.

Il sottosegretario del Mimit con delega per il Fondo illustra i punti della norma in fase di preparazione. Questa potrebbe essere presentata come emendamento governativo al “decreto anticipi” o essere inserita nel maxi-emendamento alla legge di bilancio.

Si sta attendendo di comprendere cosa accadrà con il Temporary Framework sugli aiuti di Stato, in scadenza alla fine del 2023, che finora ha consentito livelli di copertura più generosi rispetto al quadro del 2019. Nonostante la speranza di una proroga annuale, è più probabile un prolungamento di alcuni mesi. Nel frattempo, si sta preparando una riforma strutturale per il ritorno al regime ordinario.

Anche se in attesa dell’approvazione definitiva del Ministero dell’Economia, diversi punti sono già stati concordati. Ad esempio, si prevede di avviare una riforma annuale, considerando che le disponibilità residue coprono solo il 2024, con 3 miliardi a disposizione. Il compromesso Mimit-Mef dovrebbe stabilire le seguenti percentuali di copertura per non superare questa soglia: 50% per il capitale di rischio, 60% per la liquidità, 80% per investimenti, operazioni a importo ridotto, startup e microcredito.

Il modello in via di definizione sembra meno generoso rispetto a quello straordinario consentito dal Temporary Framework, basato sull’80% per gli investimenti e la liquidità nelle fasce 3, 4 e 5 (60% per le fasce 1 e 2). Il Mimit sostiene che, in caso di proroga, si manterranno queste coperture per alcuni mesi, seguite da una riforma transitoria verso un Fondo sempre più sostenibile.

Il testo indica inoltre alcune novità, come l’aumento a 50mila euro per le operazioni di importo ridotto e 80mila euro per i Confidi autorizzati. Si prevede inoltre una commissione di accesso al Fondo per le microimprese, mentre piccole, medie e small mid cap pagheranno percentuali differenziate in base al garantito.

Il compromesso potrebbe includere anche interventi su soglie massime garantite e una commissione per il mancato perfezionamento delle operazioni di finanziamento, applicata solo a chi richiede la garanzia diretta. Si prevede inoltre l’abbassamento dell’importo minimo dei bond nell’ambito dei cosiddetti basket bond da 2 milioni a 500mila euro.

Rispetto alla governance, si prospettano cambiamenti con la composizione del consiglio di gestione che includerà solo rappresentanti dei Ministeri e delle Regioni, escludendo i rappresentanti delle associazioni imprenditoriali. Questi ultimi parteciperanno invece a un Tavolo permanente con funzioni di indirizzo presieduto da Mimit e Mef.

Infine, si prevede l’apertura alle imprese del Terzo settore iscritte al Rea e al Registro unico nazionale, senza valutazione per garanzie su finanziamenti fino a 60mila euro, derivante da un dialogo con il Ministero del Lavoro.

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