Ires premiale, a quali condizioni

Riduzione di 4 punti percentuali sull’aliquota dell’imposta per le imprese che rispettino la condizione principale di accantonare l’80% degli utili realizzati nel 2024 a riserva.

Questo incentivo fiscale, valido esclusivamente per il 2025, trova copertura finanziaria attraverso una misura già prevista dall’articolo 3, comma 5, della legge di bilancio. Tale misura limita la possibilità per le banche di compensare il maggiore reddito imponibile, derivante dal rinvio delle deduzioni fiscali (Dta), con perdite pregresse ed eccedenze Ace.

In dettaglio, la percentuale compensabile era stata inizialmente ridotta dall’80% al 65% nella prima versione della manovra. Con un emendamento recente, tale limite è stato ulteriormente abbassato al 54%, generando un gettito aggiuntivo di 500 milioni di euro dal settore bancario. È importante sottolineare che queste risorse, così come quelle derivanti dal contributo straordinario volontario degli istituti di credito previsto per il 2025 (oltre 4 miliardi di euro), rappresentano un’anticipazione di liquidità. Le banche, infatti, potranno recuperare tali importi attraverso compensazioni a partire dal 2026 per alcune voci e dal 2027 per le Dta, per un periodo di tre anni.

Per beneficiare dello sconto Ires, le imprese devono soddisfare ulteriori requisiti. Oltre ad accantonare l’80% dei profitti, è necessario destinare il 30% degli utili a investimenti in beni strumentali nuovi, acquisiti anche tramite leasing finanziario. Tali beni devono essere utilizzati in strutture produttive situate in Italia, con acquisti effettuati dal 1° gennaio 2025 fino alla scadenza del termine di presentazione della dichiarazione dei redditi per il periodo d’imposta successivo al 31 dicembre 2024. Gli investimenti, inoltre, devono superare la soglia minima di 20.000 euro.

Un altro vincolo riguarda l’occupazione: le imprese devono garantire che il numero di dipendenti non diminuisca rispetto alla media dei tre anni precedenti e devono effettuare assunzioni a tempo indeterminato pari almeno all’1% dei dipendenti stabili nel 2024, o comunque prevedere almeno una nuova assunzione con contratto a tempo indeterminato. Inoltre, le aziende non devono aver usufruito della cassa integrazione durante il 2024.

Sono previste sanzioni e condizioni di decadenza dall’agevolazione. Lo Stato recupererà il beneficio se gli utili accantonati vengono distribuiti entro il secondo esercizio successivo al 2024. Analogamente, si perde il diritto allo sconto se i beni acquistati con gli investimenti vengono ceduti, utilizzati per finalità estranee all’attività d’impresa, o destinati a strutture produttive delocalizzate all’estero entro il quinto periodo d’imposta successivo.

L’agevolazione non è applicabile a imprese in liquidazione ordinaria, sottoposte a procedure concorsuali liquidatorie o che adottano regimi forfettari per la determinazione del reddito imponibile. Infine, dato che lo sconto è valido solo per il 2025, le imprese dovranno calcolare gli acconti per l’imposta 2026 considerando l’imposta piena, senza la riduzione dei 4 punti percentuali.

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