IOBO, la rete che lancia la sfida alla digitalizzazione

Si chiama IOBO, che sta per Ionic Bond, riprendendo il legame dell’unione di ioni che dà origine alla materia che prima non c’era. Mette in rete aziende diverse fra loro ma che si uniscono e che danno luogo a qualcosa prima inesistente, ad una finalità comune condivisa in modo da dare luce a qualcosa che mancava: “In questo momento ci sono sei aziende che rappresentano i soci fondatori della rete e poi una serie di imprese partner fra le quali si inserisce anche SA Finance. Si tratta di aziende che sono entrate nella rete per gestire le strategie, ricoprendo una sorta di ruolo intermedio. Non hanno sottoscritto il contratto di rete, ma condividendone i valori sviluppano percorsi per verificare se quella modalità di lavoro è affine alla loro visione. Un periodo di conoscenza, una prova non passiva, ma attiva”. A spiegare la formula è Giancarlo Turati, CEO di Fasternet e fondatore della rete IOBO: “La rete d’impresa si occupa di transizione digitale. Quasi tutte le aziende hanno come attività specifica questa, ma ci sono anche aziende che sono affini. Il Focus è la digitalizzazione, che rimane uno strumento e non un fine, ed è una strada che appare obbligata. Se l’obiettivo è digitalizzare, la strada viene definita dall’azienda in funzione delle sue specifiche condizioni, delle sue caratteristiche. Non è un percorso standardizzato, non è uguale per tutti, ma è una volontà che deve essere espressa dal management: capire l’obiettivo finale e intraprendere la strada giusta per coglierlo. Ecco perché la rete diventa uno strumento efficace, perché comprende una serie di aziende che danno strumenti per raggiungere quell’obiettivo. Fare rete è fondamentale per dare una gamma di servizi molto vasta, senza avere l’obbligo di fondersi, senza avere bisogno di avere un’entità unica, ma lavorando insieme per generare le proposte di prodotti e servizi nuovi. La rete d’impresa è propedeutica all’adozione di nuovi servizi, ma non è vincolante. Quindi è un luogo di pienissima libertà per le aziende, condividendo un obiettivo comune. È una rete molto elastica e molto versatile”. Una peculiarità che ripercorre l’esperienza virtuosa delle reti d’impresa nel nostro Paese: “In Italia ci sono 7300 reti d’impresa che coinvolgono 45 mila aziende, quindi è un percorso ben avviato, anche in funzione di una nuova normativa che prevede la possibilità di assumere una persona che lavora per la rete e che può essere assunta da più aziende della rete. Si tratta di un passo avanti molto importante. Un’esperienza tutta italiana che in UE è guardata con molta attenzione”. A maggior ragione in un momento “particolare” e incerto come quello che stiamo vivendo: “È uno strumento di resilienza, soprattutto per le PMI. La prima rete di impresa l’ho costituita nove anni fa, quando il mondo imprenditoriale era molto diverso, ma oggi questa formula rappresenta ancora uno strumento validissimo. Se io come azienda non ho la forza di studiare un prodotto nuovo e nella rete c’è qualcuno che può farlo e condivide i miei valori, allora è un successo. La rete non deve avere come obiettivo primario quello di fare business, ma quello di condividere esperienze, sviluppare nuovi prodotti, sviluppare nuove strategie e investimenti. Prima bisogna dare, poi si riceve. Entrare in una rete per ricevere e basta non ha senso”. Esattamente l’approccio del Gruppo SAEF: “La presenza di SA Finance la vedo molto bene, per molti motivi. Conosco da anni questa realtà. Per la rete è importante avere uno strumento di quel tipo a bordo, per il semplice motivo che parlando con il cliente e proponendo l’investimento si riesce anche a proporre le modalità di finanziamento di quell’investimento. SA Finance porta indiscusso valore alla rete. Anche in termini di autofinanziamento dei progetti di rete è importante poter contare su chi fa questo lavoro e lo fa molto bene”. SAEF pur non rientrando oggi formalmente nei partner della rete, è orientata a trasferire le proprie competenze all’interno del progetto, al fine di dare il proprio contributo ad uno sviluppo sostenibile della rete d’impresa.  

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