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Incentivi, meno misure e tempi ridotti

Atteso in Consiglio dei ministri il Ddl delega previsto dal Pnrr. Tra gli obiettivi aumentare l’efficacia degli interventi al Sud, dove oggi è assorbito meno del 30% degli aiuti nazionali.

È pronto il disegno di legge delega sul riassetto degli incentivi alle imprese. Si tratta di un provvedimento previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e incluso tra i Ddl collegati alla legge di bilancio per il 2022. L’obiettivo è una revisione organica degli incentivi, improntata alla riduzione e semplificazione, con un’attenzione particolare al sistema degli aiuti nel Mezzogiorno.

Il Ddl consiste in un unico articolo e prevede decreti legislativi di attuazione da adottare entro 12 mesi dall’entrata in vigore della legge. In sostanza, al momento è stata definita la cornice ma bisognerà attendere i provvedimenti attuativi per capire se l’intervento porterà reale efficienza o sarà solo una nuova operazione di restyling dopo quelle degli anni scorsi.

La riorganizzazione deve portare a una drastica riduzione delle misure e a un loro maggiore coordinamento rispetto all’attuale assetto profondamente frammentato. L’ultima relazione annuale sugli incentivi segnala 1.466 interventi agevolativi, di cui 140 delle amministrazioni centrali e 1.326 gestiti dalle Regioni. Un quadro che – nonostante il numero di misure, segnala il governo nella relazione – nell’era pre-Covid vedeva comunque l’Italia al quart’ultimo posto europeo per volumi erogati. Il Mezzogiorno incassa meno del 30% degli interventi nazionali concessi (1,4 miliardi su 4,9 miliardi totali) e la massa di aiuti gestiti a livello regionale riduce solo parzialmente la forbice.

Tra i difetti del sistema, la relazione illustrativa evidenzia Regioni che incentivano (in particolare attraverso il regime del de minimis e le risorse rivenienti dai fondi strutturali) soggetti e ambiti già incentivati dallo Stato e anche poca chiarezza delle regole di cumulo e scarsa conoscenza degli strumenti da parte delle imprese. Il riassetto allo studio dovrà tenere in considerazione alcuni elementi di base, tra i quali: le diverse fasi del ciclo di vita delle imprese, il livello di complessità e dimensione dei progetti da agevolare, le esigenze di ciascuna filiera produttiva e delle aree territoriali interessate, la necessità di supportare i processi di trasformazione tecnologica, i livelli qualitativi e quantitativi dell’occupazione. Un passaggio specifico è dedicato anche alla conoscenza da parte delle imprese degli strumenti disponibili, considerata troppo spesso carente. Il decreto attuativo dovrà prevedere una valutazione dell’efficacia delle agevolazioni, anche con sistemi di intelligenza artificiale, e una revisione dei procedimenti amministrativi di concessione e erogazione degli aiuti, riducendo gli oneri a carico delle imprese e tagliando i tempi delle attività istruttorie.

Per verificare che il riassetto funzioni davvero, sarà costituita una Cabina di regia interministeriale, con la presenza delle Regioni, e il supporto di una struttura tecnica.

(Fonte: Il Sole 24 Ore)

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