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I decreti attuativi al palo

Consistente la quantità di fondi, incentivi, misure e iniziative di sostegno che giacciono inattuati nei cassetti.

Siamo giunti alla fase cruciale per la legge di bilancio, particolarmente restrittiva quest’anno riguardo alle misure per gli investimenti privati. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) è appena stato approvato dalla Commissione Ue dopo una complessa riscrittura, volta a concedere maggior spazio alle imprese. Ciò che sorprende, tuttavia, è la consistente quantità di fondi, incentivi, misure e iniziative di sostegno che giacciono inattuati nei cassetti dei decreti previsti. Centinaia di milioni di euro sono praticamente congelati, spesso recuperabili solo mediante modifiche alle previsioni di copertura finanziaria o, in casi eccezionali, trasferiti a nuovi provvedimenti.

Retrocedendo all’epoca pre-Covid, durante il governo Conte I (in carica dal giugno 2018), si contano circa una quarantina di tali provvedimenti, con un picco relativo ai decreti emessi durante il governo Draghi. Tra quelli più datati, alcuni sono rimasti congelati o forse ormai persi, come l’estensione dell’agevolazione “Nuova Sabatini” per le PMI a processi di capitalizzazione (dotata di 80 milioni) e l’apertura del Fondo di garanzia per le PMI anche a piattaforme di crowdfunding e social lending. Del governo Conte II sono ancora fermi, tra gli altri, le norme per il microcredito da parte di operatori di finanza etica e solidale, la definizione dei requisiti di competenza e correttezza per chi detiene partecipazioni in imprese di assicurazione, e il Fondo destinato a sostenere interventi di capitale di rischio per le PMI nei settori aeronautico, chimica verde, mobilità elettrica e rinnovabili impegnate nella transizione ecologica, per il quale erano stati stanziati 280 milioni tra il 2021 e il 2026.

Il monitoraggio continuo da parte degli uffici di Palazzo Chigi segnala la mancata adozione della coppia di provvedimenti necessari per il credito d’imposta alle imprese che acquistano materiali e prodotti alternativi alla plastica monouso (9 milioni per il 2022-2024), e per il credito d’imposta per la ricerca biomedica (11 milioni programmati per il 2021). Tuttavia, anche il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (Dpcm) che avrebbe dovuto definire l’importo da destinare a progetti di decarbonizzazione dell’ex Ilva (entro un massimo di 150 milioni) è fermo, così come il decreto interministeriale per i contributi (150 milioni) alle imprese del turismo, dello spettacolo e dell’auto colpite dalla crisi Covid-19. Si prevede che entro la fine dell’anno, secondo quanto annunciato dal ministro delle Imprese e del made in Italy, verrà emanato il Dpcm che, approvando lo statuto, darà finalmente il via al Centro italiano per l’intelligenza artificiale, revisione di quello che originariamente era stato ideato dal governo Draghi come Centro per la ricerca sull’automotive, pur con un focus sull’IA.

Nel freezer, troviamo anche un pacchetto di norme a costo zero, tra cui l’aggiornamento degli standard che regolamentano il sistema delle stelle per gli hotel, i criteri per i contributi che gli operatori del geotermico devono versare per progetti sui territori, e le modalità per il rilascio del permesso di soggiorno a imprenditori che desiderano lavorare in Italia come “nomadi digitali”. Un caso emblematico è quello del fondo per gli incentivi all’acquisto di motori nautici elettrici, previsto dal Dl 108/2022 e rimasto inattivo fino a quando è stato ripescato con un emendamento della maggioranza al Ddl made in Italy, dotato di 3 milioni.

Un discorso a parte riguarda i decreti attuativi relativi al governo attuale, i quali, sebbene ancora nei tempi previsti, presentano una lista di misure pendenti che richiedono una considerevole attenzione. Tra queste ci sono il credito d’imposta per le imprese che investono in ricerca nel settore dei semiconduttori (530 milioni fino al 2028), il Fondo per le politiche industriali a sostegno delle filiere made in Italy (100 milioni), il credito d’imposta per le fusioni delle fondazioni bancarie (30 milioni fino al 2027), e il credito d’imposta per le startup nei settori dell’ambiente, delle rinnovabili e della sanità (2 milioni). Inoltre, il conto alla rovescia è già iniziato per definire entro l’anno il Piano strategico e i due decreti attuativi che devono far decollare, dal 1° gennaio 2024, la Zona economica speciale unica del Mezzogiorno, dotata di 1,8 miliardi per il credito d’imposta per gli investimenti.

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