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Decreto Fintech: ok del Senato

Con 79 voti favorevoli e 39 astenuti Palazzo Madama ha approvato ieri in prima lettura la conversione del decreto “Fintech” (n° 25/2023), che ora passa alla Camera.

Nell’inevitabile cornice delle dichiarazioni di voto e post voto, nel dibattito finale dell’aula sono comunque passati emendamenti “tecnici” per delimitare le aree di rischio.

Tra questi, da sottolineare l’emendamento sui doveri imposti al responsabile del registro e ai gestori, che dovranno garantire “la correttezza, la completezza e l’aggiornamento nel continuo delle evidenze relative alle informazioni sull’emissione”, oltre alla “integrità e la sicurezza del sistema” dei registri distribuiti della blockchain “tenendo anche conto delle esigenze di contrasto al riciclaggio dei proventi di attività illecite, in forza dell’emissione e del trasferimento degli strumenti finanziari digitali (…) sulla base di titolo idoneo”.

I problemi di certezza delle transazioni, di identificazione dei soggetti partecipanti e di sicurezza per le parti contrattuali coinvolte sono un portato inevitabile del nuovo sistema di “tokenizzazione” della finanza che, nell’adeguamento agli standard europei – secondo alcuni interpretato in questa fase con sin troppo zelo -, potrà essere adottato in alternativa ai regimi tradizionali per l’emissione e la circolazione di tutti i titoli azionari e obbligazionari di spa, per i titoli di debito delle srl e per altri strumenti finanziari indicati nel decreto, tra i quali le azioni e le quote degli organismi d’investimento collettivo.

Tra i problemi più sensibili messi in rilievo dal dibattito in attesa della conversione, la stessa identificazione del titolare effettivo delle transazioni, in quanto la chiave di accesso al sistema blockchain non corrisponde necessariamente all’identità del soggetto che ne è titolare. Ma nel nuovo scenario fintech si corre anche il rischio di tokenizzare titoli non negoziabili per la presenza di limiti alla loro circolazione, con l’ulteriore delicato problema di verifica digitale del rispetto delle regole statutarie al trasferimento delle partecipazioni.

(Fonte: Il Sole 24 Ore)

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