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In uno scenario nel quale le imprese europee si stavano faticosamente lasciando alle spalle la crisi economica innescata dalla pandemia, grazie soprattutto agli ingenti aiuti messi in campo da Next Generation EU, ha fatto irruzione un elemento destabilizzante che nessuno aveva previsto nella sua gravità e nelle sue proporzioni: la crisi militare in Ucraina.
Un evento infausto in primis dal punto di vista umanitario, e che è quasi certamente destinato a ridisegnare gli equilibri geopolitici del vecchio continente e non solo; ma un evento che ha, e avrà, profonde conseguenze dal punto di vista economico, su vari livelli: dal tema dell’approvvigionamento delle fonti energetiche, agli scambi commerciali che potrebbero vedere l’entrata in scena di un attore, la Cina, finora spettatore della crisi ma che potrebbe sostituire l’Europa come partner commerciale privilegiato della Russia e delle sue materie prime.
Un evento di fronte al quale l’Unione Europea ha ritenuto opportuno rispondere con misure ulteriori rispetto a quelle già attivate per uscire dalla crisi-Covid.
Lo aveva anticipato in precedenza il Commissario alla Concorrenza e Vicepresidente UE, Margrethe Vestager, che il 23 marzo ha esplicitato le misure che potranno essere attuate.
La Commissione ha quindi adottato un quadro temporaneo di crisi per consentire ai Governi degli Stati membri della UE di sfruttare la flessibilità delle norme sugli aiuti di Stato e sostenere l’economia nel difficile contesto congiunturale, scenario che – come già detto – ha inasprito le tensioni sui mercati finanziari, inciso negativamente su inflazione e caro energia, prodotto effetti collaterali in tema di scambi commerciali internazionali, anche a causa delle sanzioni inflitte alla Russia.
In particolare, gli Stati membri potranno concedere:
Questo quadro temporaneo di crisi sarà in vigore fino al 31 dicembre 2022, salvo che – in base all’evolversi della situazione nei prossimi mesi – si decida di prorogarlo.
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