Credito d’imposta R&S: il valore strategico della certificazione tecnica

In assenza della certificazione R&S si incorre nella possibilità di contestazione del credito

Le imprese che intendono usufruire del credito d’imposta per attività di Ricerca e Sviluppo devono poter dimostrare la reale novità e rilevanza tecnica dei progetti avviati. A rafforzare questa necessità è una recente pronuncia della Commissione Tributaria di secondo grado della Lombardia, che ha dato ragione a una software house in merito alla validità del credito d’imposta utilizzato, sottolineando l’importanza del supporto di una certificazione tecnica redatta da un esperto abilitato.

Il contesto

Nel caso specifico, l’Agenzia delle Entrate aveva contestato a un’impresa l’indebito utilizzo dell’agevolazione, ritenendo che il progetto informatico sviluppato non fosse sufficientemente innovativo per il settore di riferimento. L’azienda, però, ha potuto opporre una certificazione tecnica firmata da un professionista iscritto all’albo dei certificatori presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, che attestava la validità e la novità del progetto.

Il quadro normativo

Il credito d’imposta per Ricerca e Sviluppo – introdotto per stimolare gli investimenti tecnologici, informatici, ambientali e progettuali – permette alle aziende di recuperare parte delle spese sostenute. Tra queste rientrano i costi per personale interno, contratti con centri di ricerca, software, brevetti e attrezzature legate a progetti innovativi.

Secondo le disposizioni normative e i relativi decreti attuativi, è l’Agenzia delle Entrate a verificare il rispetto dei requisiti, che includono l’effettività dei costi, la loro pertinenza all’attività aziendale e – soprattutto – l’innovatività concreta del progetto in rapporto al settore economico.

Il valore della certificazione

La sentenza lombarda conferma che una relazione tecnica redatta da un esperto qualificato – anche se non obbligatoria a priori – rappresenta un elemento chiave nella dimostrazione della validità dell’investimento innovativo. La presenza di un soggetto terzo, indipendente e accreditato, che attesta la natura innovativa del progetto, può influenzare positivamente il giudizio dell’Agenzia delle Entrate o del giudice in sede di contenzioso.

La raccomandazione

Per le imprese che accedono al credito d’imposta R&S, è sempre consigliabile predisporre una documentazione tecnica completa, preferibilmente corredata da una certificazione specialistica. Questo non solo rafforza la posizione in fase di richiesta, ma è fondamentale anche per difendere il beneficio in caso di verifiche fiscali future.

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