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ApprofondisciCon l’articolo 23 del decreto legge n. 73 del 21 giugno 2022 (poi diventato legge 4 agosto 2022 n. 122, pubblicata nella gazzetta ufficiale del 19 agosto) il Governo ha introdotto la possibilità per le aziende di richiedere una certificazione per attestare la qualificazione degli investimenti effettuati o da effettuare ai fini della loro classificazione nell’ambito delle attività di ricerca e sviluppo, di innovazione tecnologica e di design e innovazione estetica, per le quali è possibile usufruire del credito d’imposta.
La certificazione introduce quindi uno strumento di tutela per le imprese davanti al rischio di sanzioni per il credito inesistente e il credito non spettante, che comportano sia una sanzione amministrativa che un risvolto penale.
Infatti, che nell’ipotesi che risulti che un’impresa abbia usufruito di credito inesistente, essa può incorrere in una sanzione che va dal 100% al 200% del credito usufruito e, nel caso il credito percepito sia superiore a 50.000 euro, si rischia da un minimo di un anno e sei mesi a un massimo di sei anni di reclusione.
Nel caso in cui in fase di accertamento risulti che l’impresa ha usufruito di credito non spettante si può intercorrere in una sanzione amministrativa pari al 30% del credito stesso, con rischio di reclusione da sei mesi a due anni per cifre superiori a 50.000 euro. Rischi che, hanno più volte sottolineato gli addetti ai lavori, minavano l’efficacia dell’incentivo.
La certificazione ha effetti vincolanti nei confronti dell’Amministrazione finanziaria, tranne nel caso in cui venga rilasciata per un’attività diversa da quella concretamente realizzata.
Inoltre, la certificazione non ha valore nel caso in cui le violazioni relative all’utilizzo dei crediti d’imposta siano state già constatate e nel caso che siano già iniziati accessi, ispezioni, verifiche o altre attività amministrative di accertamento delle quali l’autore delle violazioni o i soggetti solidalmente obbligati abbiano avuto formale conoscenza.
Nel processo valutativo che conduce le certificazioni, i soggetti abilitati dovranno attenersi a linee guida del Mise (ora Ministero delle Imprese e del made in Italy), che dovranno essere regolarmente aggiornate dal Ministero stesso.
Le modifiche della Legge di Bilancio 2023.
Con la nuova Manovra Finanziaria il legislatore ha introdotto diverse modifiche in materia di crediti d’imposta per la ricerca e lo sviluppo delle imprese.
In particolare, il comma 272 estende l’applicabilità del nuovo sistema di certificazione a tutte le attività di ricerca, sviluppo e innovazione in relazione alle quali le violazioni relative all’utilizzo dei crediti d’imposta non siano state già constatate con un processo verbale di constatazione, anche in caso in cui siano iniziati accessi, ispezioni, verifiche o altre attività amministrative di accertamento di cui sia stata formalmente acquisita conoscenza.
(Fonte: innovationpost)
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