Transizione 4.0 e 5.0 verso un’unica misura nazionale: in arrivo un nuovo incentivo strutturale

Una nuova fase per gli incentivi legati all’innovazione e alla sostenibilità si profila all’orizzonte.

Secondo quanto anticipato dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy, è in fase di definizione una misura unica che accorperà le attuali agevolazioni Transizione 4.0 e Transizione 5.0, con l’obiettivo di garantire maggiore stabilità, autonomia normativa e accesso semplificato a un più ampio spettro di imprese, incluse quelle energivore.

La nuova misura sarà inserita nella Legge di Bilancio e sarà alimentata da risorse nazionali, con l’intento di svincolare gli incentivi dai vincoli del PNRR e costruire un sistema di agevolazioni pluriennale, più prevedibile per le imprese.

Il superamento del modello PNRR

Il piano Transizione 5.0, finanziato con oltre 6 miliardi di euro del capitolo Repower EU, ha sostenuto investimenti legati alla doppia transizione digitale ed ecologica. Tuttavia, essendo incardinato nel PNRR, ha risentito di limiti temporali e regolatori molto stringenti, tra cui la scadenza al 31 dicembre 2025 e il rispetto del principio europeo DNSH (Do No Significant Harm).

Questi vincoli hanno escluso o limitato l’accesso agli incentivi a interi comparti industriali strategici – come siderurgia, ceramica, chimica e carta – che, pur fortemente energivori, hanno difficoltà a dimostrare un impatto ambientale nullo nell’immediato. Paradossalmente, proprio le aziende che più necessitano di fondi per la decarbonizzazione sono quelle che oggi ne restano escluse.

Verso una misura stabile e inclusiva per la doppia transizione (twin transition)

Il nuovo schema di agevolazione punta a superare questi limiti, offrendo un incentivo più stabile, svincolato da risorse europee, con un orizzonte temporale potenzialmente esteso su base triennale o quinquennale.

L’obiettivo è duplice:

  • Permettere alle imprese di pianificare investimenti a medio-lungo termine in trasformazione digitale e sostenibilità ambientale.
  • Includere anche le imprese energivore, riconoscendo i loro percorsi progressivi verso la riduzione delle emissioni e l’efficientamento energetico.

Un modello modulare in tre fasi: possibile nuova architettura degli incentivi

Secondo le prime ipotesi, il nuovo piano potrebbe essere articolato in tre componenti principali:

1. Incentivo base per la digitalizzazione

Un credito d’imposta con aliquota più contenuta rispetto al passato, ma pensato per garantire continuità agli investimenti in tecnologie 4.0, fondamentali per la competitività delle imprese manifatturiere.

2. Linea dedicata alla transizione ecologica

Un modulo specifico rivolto a interventi che generano risparmio energetico o riducono l’impatto ambientale, ma con procedure più snelle e senza l’obbligo di dimostrare la connessione tra investimento digitale ed efficienza, come richiesto oggi.

3. Premialità per progetti integrati

Un incentivo aggiuntivo per i progetti che integrano trasformazione digitale e sostenibilità, valorizzando la sinergia tra innovazione tecnologica e ambientale. Un approccio che premia la “twin transition” in chiave strategica.

Un’occasione per ripensare l’intero sistema di supporto alle imprese

Questa riforma rappresenta un cambio di prospettiva: si punta a valorizzare la qualità e l’ambizione dei progetti, offrendo un incentivo modulabile in base all’impatto generato. Inoltre, si apre la strada a un maggiore impegno pubblico verso sovranità tecnologica, resilienza energetica e competitività industriale.

La vera sfida sarà garantire risorse sufficienti e costruire una normativa chiara e immediatamente applicabile, in grado di rispondere alle esigenze delle imprese senza appesantire i processi autorizzativi.

SA Finance è al tuo fianco per cogliere le nuove opportunità: Il nuovo scenario degli incentivi richiederà una visione strategica e una gestione tecnica puntuale.

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