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Il decreto legislativo che stabilirà le direttive del nuovo piano Transizione 5.0 e tutte le normative per l’attuazione del riveduto Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), integrando le modifiche concordate dall’Italia con la Commissione Europea e includendo le nuove risorse provenienti dal programma RePowerEU, è imminente e sarà presentato al Consiglio dei Ministri nei prossimi giorni.
Le linee guida delle misure, delineate nei documenti approvati da Bruxelles, sono ormai pubbliche, come anticipato precedentemente. In breve, il piano si concentra su un sistema di agevolazioni per il biennio 2024-2025, volto a ridurre i consumi energetici delle imprese secondo tre principali direttrici:
Le aliquote, concordate tra Italia e UE e incluse nei documenti pubblicati da Bruxelles, saranno almeno tre e saranno legate al livello di risparmio energetico ottenuto, il quale dovrà essere almeno pari al 3% dei consumi totali o al 5% dei consumi del “processo target” dell’intervento di efficientamento.
Finora, tuttavia, le aliquote erano state mantenute riservate. L’unica indiscrezione rilasciata riguardava il tetto massimo degli investimenti, fissato a 50 milioni di euro.
I dettagli delle aliquote sono stati pubblicati oggi, sotto forma di indiscrezione, da Il Sole 24 Ore, che presenta uno schema articolato in 9 aliquote determinate dalla classe di efficienza raggiunta con l’investimento (tre classi) e dall’ammontare dell’investimento.
Le aliquote proposte sono le seguenti:
Per investimenti fino a 2,5 milioni di euro:
Per investimenti tra 2,5 e 10 milioni di euro:
Per investimenti tra 10 e 50 milioni di euro:
Va ricordato che per accedere all’incentivo relativo all’efficientamento energetico, l’investimento deve rispettare i requisiti del piano Transizione 4.0.
Per quanto riguarda la formazione, sono stati destinati 630 milioni di euro. Tuttavia, solo le aziende che effettuano investimenti potranno accedervi, nel limite del 10% del valore del progetto, con un massimale di 300.000 euro.
Sul funzionamento di questa parte occorrerà attendere il testo del decreto.
Infine, riguardo alla certificazione, è importante notare che il progetto deve essere certificato “ex ante” da un valutatore indipendente che attesti il rispetto dei criteri di ammissibilità relativi alla riduzione del consumo totale di energia. Successivamente, una certificazione “ex-post” dovrà confermare l’effettiva realizzazione degli investimenti in conformità alle disposizioni della certificazione ex-ante.
Al momento, non ci sono ulteriori dettagli sulla tipologia degli enti e dei soggetti che potranno certificare i progetti, né sui requisiti per la doppia certificazione, aspetti che potrebbero influenzare l’efficacia complessiva del piano.
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