Challenger Bank e Mediatore Creditizio: la Nuova frontiera della finanza digitale tra opportunità e consulenza
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ApprofondisciI criteri ESG (Environmental, Social, Governance) rappresentano un insieme di linee guida che le imprese devono seguire per raggiungere obiettivi legati alla sostenibilità ambientale, alla responsabilità sociale e alla qualità della governance aziendale. Questi aspetti stanno acquisendo un’importanza crescente e rappresentano una sfida significativa per le PMI e per il settore della consulenza. La rilevanza sempre maggiore a livello globale è legata al riconoscimento dell’impatto finanziario che tali fattori possono avere sulle aziende, influenzando il flusso di cassa, il costo del capitale e il ritorno sugli investimenti.
Tra i principali vantaggi dell’adozione dei criteri ESG in azienda, spiccano due aspetti fondamentali: da una parte, la capacità di attrarre e fidelizzare investitori interessati a minimizzare i rischi dei propri investimenti, includendo l’analisi di fattori ambientali, sociali e di governance per ottenere rendimenti finanziari con effetti positivi sulla società; dall’altra, il potenziale miglioramento delle prestazioni finanziarie aziendali.
Spesso si ritiene che l’integrazione dei criteri ESG nelle decisioni aziendali possa comportare una riduzione dei rendimenti finanziari ed economici. Tuttavia, diversi studi hanno dimostrato il contrario: le aziende con una solida strategia ESG hanno registrato costi del capitale inferiori, una minore volatilità e un numero ridotto di casi di frode e corruzione nel tempo.
Un esempio significativo è rappresentato da un recente studio della Consob, pubblicato lo scorso giugno, su un campione di oltre 850 aziende statunitensi ed europee. Lo studio ha evidenziato una correlazione tra lo score ESG, che riassume il profilo di sostenibilità di un’azienda, e l’EBIT, che rappresenta il suo profilo reddituale. In particolare, è stato analizzato l’impatto dei tre pilastri ESG (ambientale, sociale e di governance) sulle performance reddituali delle imprese. I risultati hanno mostrato che lo score legato alla sostenibilità ambientale (pilastro E) ha una correlazione positiva più marcata con le performance finanziarie rispetto ai pilastri S e G.
L’adozione dei criteri ESG è oggi un elemento chiave per accedere a qualsiasi fonte di finanziamento, sia a livello nazionale che europeo, includendo fondi pubblici, privati, agevolati, ordinari e a fondo perduto. Questi criteri non rispondono soltanto alla crescente richiesta di responsabilità e sostenibilità da parte di investitori e consumatori, ma stanno anche ridefinendo il modo in cui i capitali vengono allocati e gestiti. L’integrazione dei fattori ESG nella finanza sta trasformando il panorama degli investimenti, indirizzando i capitali verso opportunità che, oltre a garantire rendimenti economici, generano impatti positivi sull’ambiente, sulla società e sulla governance.
Per quanto riguarda il rapporto con gli istituti di credito e finanziari, alle piccole e medie imprese (PMI), che rappresentano una parte significativa del tessuto produttivo italiano, viene sempre più richiesto di fornire al mercato (banche, investitori e grandi aziende) informazioni sulle loro performance di sostenibilità. Queste informazioni riguardano l’impatto, i rischi e le opportunità legati agli aspetti ambientali, sociali e di governance (ESG) delle loro attività.
Il contesto normativo europeo, ampiamente rinnovato nell’ultimo decennio, impone alle grandi imprese e alle istituzioni finanziarie di disporre di dati di sostenibilità lungo tutta la loro catena del valore, coinvolgendo anche le PMI in questo processo. Nonostante l’impegno richiesto, le PMI possono trarne vantaggi significativi: queste informazioni permettono di valutare meglio i rischi, pianificare con maggiore precisione gli investimenti, ottenere più facilmente finanziamenti a condizioni vantaggiose, migliorare la capacità di resistere a shock energetici e ambientali e offrire prodotti e servizi più sostenibili, rafforzando la loro competitività sul mercato.
In questa prospettiva, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha recentemente introdotto lo strumento “Dialogo di sostenibilità tra PMI e Banche” (giugno 2024). Si tratta di un documento concepito per agevolare l’interazione tra banca e impresa, con l’obiettivo di accrescere la consapevolezza delle aziende sull’importanza delle informazioni relative alla sostenibilità e di promuovere iniziative di formazione e “progetti pilota” per migliorare le competenze in ambito ESG.
Di conseguenza, l’informativa finanziaria diventa un elemento essenziale nel rapporto tra banche e imprese, soprattutto durante le fasi di concessione di linee di credito, che richiedono la raccolta di documentazione e informazioni adeguate. In questo contesto, sia gli intermediari finanziari che le imprese, incluse le micro e piccole aziende, devono attenersi alle normative vigenti e alle raccomandazioni delle autorità di vigilanza. Tra queste, spicca la Relazione dell’Autorità Bancaria Europea del 29 maggio 2020, che stabilisce un insieme di regole da seguire nella concessione e nel monitoraggio dei prestiti. Il documento fa riferimento all’informativa che le istituzioni finanziarie devono raccogliere per una corretta valutazione del merito creditizio e del profilo di rischio delle controparti.
Per quanto riguarda i prestiti destinati a microimprese e piccole imprese, le linee guida citate sottolineano l’importanza di considerare i fattori ESG alla pari di altri criteri utilizzati nelle valutazioni da parte degli enti finanziari. In particolare, i prestiti legati a un rischio ESG più elevato richiedono un’analisi più approfondita del modello di business dell’impresa, del contesto di mercato in cui opera, dei requisiti di vigilanza ESG e dell’impatto che la regolamentazione ESG potrebbe avere sulla sua situazione finanziaria.
È prevedibile che, nel prossimo futuro, le banche adotteranno autonomamente dei questionari per raccogliere le informazioni più rilevanti, con l’auspicio che si possa arrivare a uno standard condiviso, facilitando così l’apprezzamento delle prassi da parte di tutti gli attori coinvolti.
Inoltre, nell’aprile 2024, il Parlamento Europeo ha approvato la risoluzione legislativa P9_TA(2024)0347 sulla trasparenza e integrità dei rating ESG, con l’obiettivo di migliorare l’affidabilità e la comparabilità di tali valutazioni. La risoluzione mira a garantire una maggiore trasparenza nelle operazioni dei fornitori di rating ESG e a prevenire eventuali conflitti di interesse.
Anche nell’ambito dei programmi di finanziamento sostenuti da fondi comunitari diretti, l’attenzione verso i criteri ESG ha assunto un ruolo centrale, favorendo la presentazione e l’approvazione di progetti che rispondano in modo innovativo alle tre macroaree trasversali: ambientale (E), sociale (S) e di governance (G). Questo approccio contribuisce a concretizzare una nuova applicazione del concetto di finanza sostenibile.
La scelta politica dell’Unione Europea di porre grande attenzione agli aspetti ambientali, sociali e di governance nelle decisioni di investimento ha dato nuovo impulso alla finanza sostenibile. L’UE si distingue come la più grande comunità politico-amministrativa mondiale ad essere in prima linea nella creazione di un sistema finanziario capace di promuovere una crescita sostenibile e un’economia climaticamente neutra. L’obiettivo è costruire una società resiliente ai cambiamenti climatici, inclusiva, rispettosa dei diritti e focalizzata sulla valorizzazione delle persone, riuscendo al contempo a creare sinergie tra fondi pubblici e privati per perseguire obiettivi comuni di vasta portata.
Tutti i programmi delle diverse Direzioni Generali, che permettono la presentazione di progetti da parte di PMI, enti del Terzo Settore e enti locali/pubblici, integrano chiaramente i pilastri ESG, contribuendo a una convergenza di iniziative in linea con l’Agenda 2030, l’Accordo di Parigi sul clima, il Social Economy Action Plan e la nuova agenda strategica 2024-2029. Quest’ultima si delinea come fortemente orientata a promuovere una competitività e prosperità sostenibili, attraverso il rafforzamento della competitività dell’UE, la riuscita delle transizioni verde e digitale, e la creazione di un ambiente favorevole all’innovazione e alle imprese. L’obiettivo finale è promuovere il “progresso insieme” per una crescita condivisa e sostenibile.
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