Il PNRR per la Pubblica Amministrazione

Vuoi maggiori informazioni sul PNRR?

Contattaci

1. Cos'è il PNRR

Ci sono sul piatto dell’Europa ben 750 miliardi di euro. È quanto stabilito dalle Istituzioni comunitarie per finanziare i programmi di ripresa dell’economia nel periodo di post pandemia. Si tratta di una situazione anomala perché mai in passato è stato avviato un programma di intervento così corposo a livello europeo, ma si tratta anche di una ghiotta occasione per ogni Paese che fa parte dell’UE, di ristrutturarsi e modernizzarsi.

È in questo solco che si inserisce il PNRR, ovvero il piano nazionale di ripresa e resilienza, che rappresenta da un lato un vasto programma di riforme sul funzionamento dello stato e della pubblica amministrazione e dall’altro un tesoretto a cui attingere per lo sviluppo delle imprese italiane. Da non confondere i nomi, che spesso in passato sono stati collegati allo stesso strumento in forma non corretta. Il PNRR non è il recovery fund (che letteralmente significa “fondo per la ripresa") e nemmeno il Next generation EU. A questi due nomi in lingua inglese corrisponde unicamente il Piano europeo di rilancio, quello grazie al quale sono stati stanziati gli oltre 700 miliardi di euro. Diverso è il PNRR, che null’altro è se con la declinazione sull’Italia delle risorse del Recovery fund o Next Generation EU.

In sostanza il piano italiano (PNRR) è figlio dell’Europa, una madre con numerose bocche da sfamare (gli altri Stati europei che a loro volta hanno un proprio piano di rilancio, in funzione delle loro esigenze e caratteristiche, simile al PNRR, finanziato con i fondi del recovery fund). La procedura comunitaria è stata snella quanto veloce: il PNRR italiano, presentato all’attenzione della Commissione, è stato approvato il 30 aprile del 2021, ottenendo un rating molto favorevole (dieci A e una sola B). L’adozione da parte del consiglio europeo, ha prodotto anche l’effetto finanziario sul piano, che ha visto assegnare all’Italia risorse economiche pari a 191,5 miliardi di euro. Importante specificare che non si tratta interamente di denaro a fondo perduto (ovvero da non dover restituire). Questo avviene solo in parte: degli oltre 190 miliardi, circa 70 non andranno restituiti alla UE, mentre oltre 122 miliardi (circa il 64 per cento del totale) andranno restituiti secondo le forme e le dinamiche stabilite dal programma europeo. Tuttavia si sente spesso dire che il PNRR italiano ha una dotazione di circa 235 miliardi di euro e questo è corretto: al “bottino” europeo si sono aggiunti sulle stesse linee di intervento 30 miliardi di euro (risorse nazionali italiane) e altri 13 miliardi provenienti dal programma ReactEU, un altro programma europeo per la coesione e i territori del continente.

In sintesi, quindi, il PNRR è la declinazione sull’Italia del grande piano di intervento europeo Next Generation EU e rappresenta un programma di riforme e di intervento che si avvale di una quota economica di circa 235 miliardi di euro.

Scopri come possiamo supportare la tua azienda sul PNRR

2.   Com'è organizzato il PNRR

La mission del PNRR è quella di promuovere la trasformazione digitale e i processi produttivi supportando gli investimenti per l’innovazione dell’Italia e in sostanza si declina nella vision volta a produrre un paese resiliente e sostenibile. Questa vision si ottiene attraverso alcune parole chiave, ovvero: digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura, rivoluzione verde, transizione ecologica, infrastrutture e mobilità sostenibile, istruzione e ricerca, inclusione e coesione, salute.

Da sottolineare che se l’Italia sarà brava a mettere in pratica questo maxi programma, avrà un vantaggio competitivo non da poco nei confronti degli altri Paesi europei perché la nostra nazione è la prima a livello continentale a potersi avvalere delle risorse di Next Generation EU e degli altri programmi europei che concorrono alla formazione del paniere economico a disposizione. Una bella sfida, che può trasformare la nazione in un Paese più moderno, sostenibile e competitivo.

Il tutto con tre destinatari:

  • la pubblica amministrazione (ovvero il servizio dello Stato a disposizione dei cittadini)
  • le imprese (il cuore pulsante dell’economia italiana)
  • i cittadini, ovvero tutti noi.

E proprio per avere una maggiore garanzia di efficacia del piano, lo stesso è stato spacchettato in 6 diverse missioni, che corrispondono alle macro aree di intervento a cui è ispirato Next Generation EU. Le sei missioni del piano sono le seguenti:

  • Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo (40.32 miliardi)
  • Rivoluzione verde e transizione ecologica (59.47 miliardi)
  • Infrastrutture per una mobilità sostenibile (25.4 miliardi)
  • Istruzione e ricerca (30.88 miliardi)
  • Inclusione e coesione (19.81 miliardi)
  • Salute (15.63 miliardi)

Nessuna di queste missioni è più importante di un’altra (tutte compartecipano all’efficacia del PNRR e allo sviluppo del Paese) ma balza all’occhio come la scelta dell’Italia per investire le risorse del piano abbiamo puntato una fiches importante sulla sostenibilità, sull’istruzione e sull’innovazione sia imprenditoriale che culturale. Non è un caso: sono i tre punti sui quali da sempre il nostro Paese pur avendo caratteristiche e opportunità superiori agli altri, paga dazio, ecco perché le maggiori risorse sono state imputate a queste tre missioni.
A loro volta queste missioni sono “spacchettate” in 16 componenti totali (declinazioni di intervento più specifiche delle macro aree).

Oltre alle missioni, come da condivisione fra tutti gli stati membri a livello europeo, sono stati individuati tre assi strategici, veri perni di ispirazione attorno ai quali si dovrà sviluppare il piano:

  • Transazione digitale e innovazione;
  • Transizione ecologica;
  • Inclusione sociale e riequilibrio territoriale.

Anche in questo caso balza all’occhio il significato della scelta europea. L’unione, per superare e dimenticarsi definitivamente della pandemia, punta su imprese competitive e pubblica amministrazione moderna (primo asse), su un contesto sostenibile (secondo asse) e su una socialità sostenibile (terzo asse).

Scopri come possiamo supportare la tua azienda sul PNRR

3.   Le 6 missioni del PNRR

Come detto, sono 6 le missioni nelle quali è organizzato il PNRR, piano nazionale di ripresa e resilienza. Ad ognuna di queste missioni corrisponde uno stanziamento economico per favorire specifici interventi di sviluppo. Le missioni rappresentano gli obiettivi che il PNRR vuole cogliere e sono trasversali rispetto ai beneficiari: dalla pubblica amministrazione alle imprese, ai cittadini.

3.1 Missione 1

La missione 1 del paino è quella relativa alla “Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura”. Lo scopo della missione è quello di sostenere la transizione digitale del Paese e dare una vigorosa svolta in termini di modernità alla pubblica amministrazione.

Non solo, questa missione si rivolge anche alle imprese e al sistema produttivo, oltre che al mondo della comunicazione. Proprio sulla comunicazione spicca l’obiettivo più sfidante della missione, ovvero quello di procedere alla copertura di tutto il territorio italiano con la banda ultra larga, nella convinzione che le attuali sacche di vuoto stiano impedendo lo sviluppi di moltissimi territori dello Stivale.

Non solo, la missione 1 si pone anche l’obiettivo di migliorare la competitività delle filiere industriali e di agevolare l’internazionalizzazione delle imprese. Due punti fermi di investimento sono due storici “talloni d’Achille” del nostro Paese; la cultura e il turismo. Questa missione intende favorire importanti investimenti in questi due ambiti per valorizzare le meravigliose caratteristiche geografiche del nostro Paese e la presenza di opere d’arte e siti culturali che non ha pari in nessun altro luogo al mondo. Come accennato in precedenza su questa missione ci sono a disposizione circa 40 miliardi (40.73) e viene articolata in tre componenti di intervento:

  • Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA.
  • Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nel sistema produttivo.
  • Turismo e Cultura 4.0.

3.2 Missione 2

La missione 2 è quella relativa alla sostenibilità e, come detto, è quella che in proporzione assorbe la quota economica più rilevante nel PNRR italiano. “Rivoluzione verde e transizione ecologica” è come se fosse la trasposizione in Italia dei principi ispiratori del Green Deal europeo, ovvero il programma europeo di sviluppo sostenibile.

L’economia italiana, dopo gli interventi previsti in questa missione del PNRR, dovrà essere verde, ecologica e sostenibile. Un risultato che si intende ottenere con interventi volti a sviluppare l’agricoltura sostenibile e l’economia circolare, attraverso ricerche sul tema delle fonti di energia rinnovabili, attraverso lo sviluppo della filiera dell’idrogeno, affinché più elementi possano concorrere ad una mobilità maggiormente sostenibile. Sempre sul tema energetico, alta l’attenzione di questa missione nei confronti dell’efficientamento, con azioni che possano permettere il risparmio di energia sul patrimonio immobiliare sia pubblico che privato. Altro tema, quello della fragilità del nostro Paese, per contrastare la quale la missione prevede interventi per l’utilizzo efficiente delle acque, per il contrasto al dissesto idrogeologico, per la riforestazione.

I quasi 60 miliardi legati a questa missione finanzieranno gli interventi secondo le linee guida in precedenza espresse su 4 componenti:

  • Economia circolare e agricoltura sostenibile
  • Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile
  • Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici
  • Tutela del territorio e della risorsa idrica

3.3 Missione 3

La terza missione del PNRR italiano è dedicata alle “infrastrutture per una mobilità sostenibile”. Il tema di questa missione è una mobilità che sia realmente integrata, sostenibile ed efficiente e non a caso si prevedono interventi che vanno dalla rete stradale a quella ferroviaria, a quella portuale.

La chiave per un Paese nel quale spostarsi diventa più facile e piacevole, infatti, è quella di integrare le opportunità oggi presenti, anziché generarne di nuove. Per questo la missione prevede interventi per rafforzare ed estendere l’alta velocità ferroviaria di tutto il Paese, ma anche migliorare la rete ferroviaria regionale, grazie alla quale milioni di persone ogni giorno si spostano per motivi di studio, lavoro o personali. Non solo. La tragedia del Ponte Morandi a Genova ha insegnato quanto sia importante la manutenzione delle macro reti di spostamento, ecco perché questa missione promuoverà la messa in sicurezza e il monitoraggio digitale delle infrastrutture legate alla rete stradale (ponti, viadotti…). Anche il tema dell’acqua è affrontato, grazie ad un piano di potenziamento dei porti del nostro Paese, soprattutto quelli del Sud della nazione, al fine di collegarli in maniera efficiente alle grandi reti di comunicazione europee e mondiali.

I 25 miliardi previsti su questa missione svilupperanno interventi su due componenti:

  • Investimenti sulla rete ferroviaria
  • Intermodalità e logistica integrata

3.4 Missione 4

L’Italia è un paese dalla grande tradizione legata all’istruzione e all’educazione. Basti pensare che nell’antichità la lingua latina era diffusa in tutto il mondo sotto l’influenza dell’impero romano. Tuttavia quella che è stata una tradizione qualificante, negli ultimi 30 anni ha visto più di un cedimento, con un tasso di scolarizzazione stabile se non in taluni territori al ribasso. La missione 4 “Istruzione e ricerca” ha proprio l’obiettivo di porre al centro dell’azione i destinatari dell’istruzione, ovvero i giovani, nella convinzione che senza affrontare in maniera seria e capace questo tema, sia impossibile immaginare un Paese in crescita, sociale e produttiva, un paese inclusivo, un Paese che accetta con ardore la sfida del progresso tecnologico e sostenibile.

Ecco quindi che questa missione punta dritto a interventi che possano garantire alle ragazze e ai ragazzi italiani o nel nostro paese residenti l’assunzione delle competenze e delle capacità necessarie ad ottimizzare il loro percorso di studi, con interventi specifici sugli attuali percorsi scolastici e universitari. Si tratterà di una sorta di “riforma madre” della scuola. Al contempo non è più accettabile che le persone non possano studiare per motivazioni economiche: ecco interventi specifici sul diritto allo studio, rivolti alle famiglie, affinché la stesse possano investire nell’istruzione dei propri figli anche quando il percorso necessità di competenze avanzate e onerose. In revisione anche i sistemi di ricerca di base e applicata e quelli di trasferimento tecnologico nel mondo scolastico e dell’istruzione.

Gli oltre 30 miliardi di questa misura si svilupperanno su 2 componenti:

  • Potenziamento dell’offerta di servizi di istruzione: dagli asili alle Università
  • Dalla ricerca all’impresa.

3.5 Missione 5

La quinta missione del PNRR ha un obiettivo prettamente sociale, con un risultato atteso che potremmo definire “socialità sostenibile”. “Inclusione e coesione” strizza l’occhi a interventi volti a promuovere l’imprenditorialità femminile, ma anche le attuali politiche del lavoro, potenziare i centri per l’impiego e il servizio civile universale, interventi voliti all’aggiornamento delle competenze.

Ma sono molto verticali anche le azioni rivolte squisitamente alla composizione sociale: la missione 5 intende andare a rafforzare le infrastrutture sociali per le famiglie e comunità, rafforzare il ruolo del terzo settore, interventi per la disabilità e ridisegnare il sistema di housing sociale. Non solo. Anche il territorio (coesione territoriale) è al centro di questa azione con azioni rivolte alle aree interne (le aree svantaggiate del nostro Paese dal punto di vista dell’ubicazione e delle condizioni) e le zone economiche speciali. Rientrano in questa missione anche interventi sui beni sequestrati alla criminalità.

I poco meno di 20 miliardi di questa missione, svilupperanno interventi su tre componenti:

  • Politiche per il lavoro
  • Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore
  • Interventi speciali per la coesione territoriale

3.6 Missione 6

Ogni italiano sa che la pandemia che stiamo affrontando ha portato a galla alcune (e in taluni casi macroscopiche) pecche del sistema sanitario nazionale, soprattutto evidenziando le differenze fra territori e fra contesti. E proprio la pandemia ha riportato al centro dell’azione il tema sanitario: un Paese moderno deve avere una sanità moderna e efficiente in ogni suo angolo territoriale. La missione 6 è quella dedicata alla “Salute” intesa come bene pubblico fondamentale.

Le azioni collegate a questa azione mirano a digitalizzare il sistema sanitario, con l’ammodernamento delle dotazioni tecnologiche, il rafforzamento del fascicolo sanitario elettronico, un concreto e autentico sviluppo della telemedicina. Ed è previsto anche un rafforzamento della rete sanitaria territoriale, con nuovi presidi. Nei confronti degli operatori sanitari, l’azione mira ad aumentarne le competenze (quelle squisitamente tecniche, ma anche quelle manageriali e digitali) e puntare su una vera ricerca scientifica nell’ambito sanitario e biomedico.

Gli oltre 15 miliardi di questa missione prevedono interventi articolati su due componenti:

  • Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale
  • Innovazione, ricerca e digitalizzazione del Servizio sanitario nazionale

Scopri come possiamo supportare la tua azienda sul PNRR

4.  Il tema della riforme

Per ottenere i risultati di cui in precedenza, un passaggio chiave è rappresentato dalle riforme che lo Stato deve mettere in campo, sia come opportunità contingente legata alla disponibilità del denaro necessario, che come prospettiva futura per poter costruire un apparato realmente efficiente che possa gestire quanto il PNRR avrà prodotto in termini di sviluppo per la nostra nazione.

Il piano nazionale di ripresa e resilienza prevede la realizzazione di riforme orizzontali, abilitanti, settoriali e di accompagnamento. Le riforme orizzontali sono quelle della Giustizia e della Pubblica amministrazione, da sempre al centro dell’attenzione del sistema Paese. Sono riforme che riguardano la pubblica amministrazione, ma che riguardano direttamente anche l’ambito privato: una pubblica amministrazione funzionante ed efficiente e una giustizia snella e equa sono elementi chiave per rimuovere odiosi ostacoli agli investimenti e allo sviluppo competitivo. Investire in Italia non deve essere un calvario, ma un’opportunità, insomma.

La riforma della pubblica amministrazione punterà su meccanismi di accesso più efficaci (in tema di personale), sulla semplificazione e la diffusione delle buone pratiche, sull’attenzione verso il capitale umano e le competenze e sulla digitalizzazione del sistema.
La riforma della giustizia intende accrescere l’efficienza del sistema al fine di abbattere i tempi dei processi: digitalizzazione dei fascicoli giudiziari, modernità nell’analisi dei dati, rafforzamento dell’ufficio di processo, riformare la materia penale, implementare il processo telematico, semplificare il rito civile.
Le due riforme abilitanti del PNRR riguardano la semplificazione e la concorrenza. La prima è diretta ai cittadini e alle imprese e prevede processi di semplificazione in tutti i campi, dai contratti pubblici ai procedimenti ambientali, dalle norme edilizie a quelle urbanistiche, al tema della corruzione. La riforma sulla concorrenza parte, invece, da una realtà scomoda: l’Italia è spesso in affanno rispetto ai suoi partner europei in tema di concorrenza e competitività delle imprese dello Stivale. Ecco che allora l’impresa verrà agevolata nei settori strategici (reti digitali, energia, porti) e gli interventi mireranno ad abbattere molte barriere all’entrata dei mercati. Azioni rivolte anche alla concorrenza sul tema della gestione dei rifiuti e alla razionalizzazione dei servizi pubblici locali. Infine sono previste riforme settoriali (su specifici ambiti di intervento) e riforme di accompagnamento, ovvero quelle che accompagnano la realizzazione del piano (fra le quali spicca la riforma fiscale).

Scopri come possiamo supportare la tua azienda sul PNRR

5. Chi si occupa del PNRR

Lo sviluppo del PNRR non è certo cosa da poco, motivo per il quale lo Stato ha previsto diversi gradi di gestione. Il primo grado, ovvero il coordinamento centrale, è stato assegnato al Ministero dell’economia e delle finanze. I compiti sono quelli di controllo, monitoraggio e rapporto con la commissione europea.

Esiste poi una cabina di regia in seno alla Presidenza del consiglio dei ministri. La realizzazione dei singoli interventi attiene, ognuno secondo le proprie competenze, ai ministeri, alle regioni e agli enti locali.

Scopri come possiamo supportare la tua azienda sul PNRR

6.  Le opportunità per la Pubblica Amministrazione

Come detto in precedenza il PNRR contempla tre tipi di beneficiari, la pubblica amministrazione, le imprese e i cittadini. E in questa rosa di beneficiari la pubblica amministrazione è centrale, anche per il fatto che è in molti settori oggetto di riforma e trasformazione.
Ma, anche oltre l’intervento diretto dello Stato nei confronti degli enti locali periferici, la pubblica amministrazione ha la possibilità di accedere a fondi e contributi legati al PNRR per coadiuvare lo Stato nella realizzazione degli obiettivi del piano.

Le misure riguardano tutti i settori strategici: dalla gestione dei rifiuti, all’edilizia scolastica, dalla realizzazione delle rete territoriale sanitaria, la gestione del verde pubblico, la realizzazione di infrastrutture… insomma si può affermare che tutte le priorità odierne per la pubblica amministrazione sono contemplate in una delle misure del PNRR.

Tuttavia, la formula di erogazione dei fondi e dei contributi (in moltissimi casi anche a copertura del 100 per cento dell’investimento sostenuto) non avviene in forma diretta con una ripartizione territoriale o settoriale, ma avviene su richiesta specifica e in funzione della qualità e delle caratteristiche del progetto presentato dalla PA, oltre che dall’attinenza di tale progetto con le linee del PNRR. Ecco perché anche le pubbliche amministrazioni, per accedere ai fondi del PNRR, devono agire e pensare in maniera manageriale e avvalersi di elevate competenze progettuali.

7. Scopri le opportunità del PNRR per le imprese italiane a cui puoi accedere ora

Per consultare l’elenco delle agevolazioni disponibili: clicca qui

Scopri come possiamo supportare la tua azienda sul PNRR

Scarica la tua guida

Per ricevere la tua copia della guida, iscriviti alla newsletter dedicata e riceverai preziose comunicazioni sui nuovi approfondimenti appena saranno pubblicati.