Investimenti nel Mezzogiorno: si può ancora chiedere il credito d’imposta per le spese 2023

La conferma è giunta dall’Agenzia dell’Entrate in risposta a una domanda riguardante il caso di un’impresa che ha ordinato un bene l’anno scorso.

Nel 2024, sarà ancora consentito richiedere il credito d’imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno in relazione alle spese sostenute nel corso del 2023. Questa conferma è giunta dall’Agenzia dell’Entrate in risposta a una domanda riguardante il caso di un’impresa che ha ordinato un bene nel 2023, ricevendolo e fatturandolo entro lo stesso anno, ma con la ricezione della fattura avvenuta nel 2024, anche se datata 2023.

L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che, in base all’articolo 1, comma 98, della legge 208/2015, le imprese che acquistano beni strumentali nuovi possono beneficiare del credito d’imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno fino al 31 dicembre 2023.

Secondo il provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate del 1° giugno 2023, Prot. n. 188347, che ha approvato il nuovo modello di comunicazione per l’ottenimento del credito in questione, le acquisizioni di beni strumentali nuovi effettuate dal 1° gennaio 2023 devono essere comunicate entro il 31 dicembre dell’anno successivo a quello in cui sono avvenute le acquisizioni. Pertanto, sarà ancora possibile richiedere il credito di imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno nel 2024, relativo alle operazioni effettuate nel 2023.

Per quanto riguarda i criteri per l’imputazione degli investimenti al periodo di validità dell’agevolazione, si fa riferimento alla circolare del 3 agosto 2016, n. 34/E, che specifica che l’imputazione degli investimenti segue le regole generali di competenza previste dall’articolo 109, commi 1 e 2, del Tuir.

L’Agenzia ribadisce che, secondo le disposizioni dell’articolo 109 del Tuir, le spese di acquisizione dei beni si considerano sostenute alla data di consegna o spedizione per i beni mobili, o alla data in cui si verifica l’effetto traslativo o costitutivo della proprietà o di altro diritto reale, se diversa e successiva.