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Almeno 68.400 imprese che dovrebbero essere in grado di effettuare investimenti agevolati in beni strumentali 4.0 (26.900 in beni materiali, l’ex “iperammortamento”, e 41.500 in beni immateriali quindi sostanzialmente software). Sarebbero invece 20.600 le aziende che si agganceranno al credito di imposta per finanziare investimenti in ricerca, innovazione e design. Sono infine stimate in 2mila le imprese che usufruiranno del credito di imposta per attività di formazione legate alla transizione digitale 4.0.
Le stime si basano su un pacchetto di finanziamenti alimentati da due canali. Ci sono innanzitutto le risorse europee del Recovery fund e quindi il vero e proprio Pnrr, con circa 13,5 miliardi. Ma c’è anche il Fondo complementare nazionale che attinge allo scostamento di bilancio per quasi 5,1 miliardi.
È entrata nel decreto sostegni 2 la norma che elimina il requisito dei ricavi o di compensi, che era fissato sotto 5 milioni di euro, per i soggetti che intendono compensare i crediti di imposta per i beni strumentali tradizionali in un’unica quota annuale.
(Fonte: Sole 24 Ore)
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