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ApprofondisciI dati attuali sono inequivoci: i tassi di interesse ai massimi stanno influenzando la domanda di credito in Italia, tuttavia, ciò non si verifica uniformemente in tutte le regioni del paese. In modo sorprendente, il Mezzogiorno sta andando controcorrente, registrando un aumento dello 0,3% dei finanziamenti erogati rispetto all’anno precedente, trainato soprattutto dai prestiti alle famiglie.
Il Market Watch Npl, condotto da Banca Ifis per Il Sole 24 Ore, offre una mappatura dettagliata degli sviluppi, evidenziando un calo complessivo dei prestiti su base nazionale tra giugno 2023 e giugno 2022, pari al 2,4%. Tuttavia, va notato che il totale dei prestiti è cresciuto del 5,4% a partire dal 2018, riflettendo l’impatto delle misure di liquidità adottate in risposta alla pandemia di Covid-19.
Il calo dei prestiti nell’ultimo anno è stato influenzato principalmente dall’incremento dei tassi di interesse, che ha scoraggiato la richiesta di finanziamenti da parte delle imprese. Tuttavia, l’analisi rivela una situazione eterogenea nelle diverse aree geografiche: mentre il Nord e il Centro Italia registrano cali rispettivamente del 1,5% e del 4,7%, il Mezzogiorno sorprende con una crescita dello 0,3%.
La ricerca evidenzia anche una variazione nei prestiti alle imprese e alle famiglie: mentre nel Nord Italia si registra un calo generalizzato nei prestiti alle imprese, le famiglie mostrano un tasso di crescita positivo. Nel Centro Italia, si osserva un calo nei prestiti alle imprese e una crescita per quanto riguarda i prestiti alle famiglie, ad eccezione di alcune regioni.
Il rischio di credito rimane storicamente basso in tutte le regioni, anche se si prevede un modesto aumento nei prossimi trimestri. Le imprese, in particolare, sembrano essere più resilienti grazie a una maggiore capitalizzazione e liquidità.
Infine, l’analisi mette in luce una disparità di genere nell’accesso al credito, con le donne ancora sottorappresentate nel sistema bancario. Tuttavia, i dati mostrano che le donne hanno un tasso di default inferiore rispetto agli uomini, evidenziando una minore rischiosità nei prestiti concessi alle donne.
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