Sa Finance al fianco della Filiera dell’Ottone: un modello di eccellenza e sostenibilità
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ApprofondisciIl programma Transizione 4.0 sarà operativo per gli investimenti effettuati nel 2024 e nel 2025, con un’estensione per i beni strumentali legati alla digitalizzazione consegnati entro il 30 giugno 2026, a condizione che un acconto del 20% sia stato versato entro l’anno precedente. Le aliquote per i beni materiali, come macchinari, saranno del 20% per investimenti fino a 2,5 milioni, del 10% oltre 2,5 milioni e fino a 10 milioni, e del 5% oltre 10 milioni e fino a 20 milioni.
Con l’arrivo del nuovo decreto Pnrr a gennaio, si aggiungeranno gli incentivi del programma Industria 5.0, che integrerà gli obiettivi di digitalizzazione con quelli di transizione energetica. Questo nuovo piano agevolerà gli investimenti in beni materiali e immateriali, inclusi quelli necessari per l’autoproduzione e l’autoconsumo da fonti rinnovabili (esclusi biomasse), e le spese per la formazione in competenze per la transizione ecologica.
Le aliquote del pacchetto 5.0 saranno più generose rispetto a Transizione 4.0 per i beni strumentali materiali, ma solo se l’investimento porterà a un miglioramento energetico certificato entro il 2024-2026, pari almeno al 3% dei consumi di energia finale dell’impresa o almeno al 5% se riguarderà i processi produttivi. Il risparmio energetico sarà calcolato solo considerando i beni strumentali materiali e immateriali per la digitalizzazione, escludendo gli investimenti per l’autoconsumo da fonti rinnovabili o la formazione.
In base ai risparmi energetici ottenuti, l’impresa avrà crediti d’imposta più elevati rispetto agli attuali. Il nuovo schema prevede aliquote distinte per scaglioni di investimento e una distinzione per classi di efficientamento energetico.
Con il massimo risparmio energetico (classe 1), il credito d’imposta dovrebbe essere del 40% per investimenti fino a 2,5 milioni, del 20% oltre 2,5 milioni e fino a 10 milioni, e del 10% oltre 10 milioni fino a un tetto che passerà da 20 a 50 milioni. Il massimale aumentato a 50 milioni dovrebbe agevolare le grandi imprese investitrici. I crediti d’imposta più generosi del programma 5.0 saranno validi solo per le spese del 2024 e del 2025, senza possibilità di includere anche i beni consegnati entro la metà del 2026.
Una novità importante è la maggiore stringenza nel sistema di verifica, richiesta anche dalla Commissione europea. Il progetto di investimento dovrà essere certificato da un valutatore indipendente che attesti, ex ante, il rispetto dei criteri di ammissibilità relativi alla riduzione del consumo di energia. Successivamente, ex post, sarà necessaria una certificazione sulla effettiva realizzazione degli investimenti in conformità a quanto progettato.
Resta ancora un margine di incertezza sui tempi in cui le nuove aliquote entreranno in vigore. Nonostante l’autorizzazione della Commissione europea faccia riferimento agli interventi per il 2024 e il 2025, il decreto Pnrr, contenente le norme definitive, è previsto per le prime settimane di gennaio. Non è chiaro se gli investimenti effettuati a partire dal 1° gennaio 2024 potranno essere retroattivamente considerati, potrebbe essere necessario un ulteriore decreto ministeriale di attuazione.
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