Bond, Minibond e Basket Bond

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1. Bond (o obbligazione): definizione e caratteristiche principali

L'obbligazione (o Bond) è un titolo che conferisce all'investitore che lo compra il diritto a ricevere, alla scadenza definita nel titolo, il rimborso della somma versata e una remunerazione a titolo di interesse (chiamata cedola). Il soggetto emittente, per il quale l'obbligazione rappresenta un debito perché utilizza la somma ricevuta per finanziarsi, può essere:

  • uno Stato (vedi "Titoli di Stato") o un altro ente pubblico;
  • una banca o una società di altro genere (corporate Bond);
  • un organismo sovranazionale (supranational Bond).

Nel Codice Civile italiano le obbligazioni sono descritte dagli articoli 2410 e seguenti. Le obbligazioni possono essere acquistate al momento della prima emissione, cioè quando vengono offerte per la prima volta al pubblico (sul mercato primario), o in un momento successivo alla loro emissione da chi le ha già acquistate (sul mercato secondario). In quest'ultimo caso l'acquisto avviene al prezzo di mercato.

Tipologie di Bond (obbligazioni)

Esistono diversi tipi di obbligazioni a seconda delle caratteristiche specifiche del titolo.
In base al rendimento, le obbligazioni ordinarie possono essere con cedola:

  • A tasso fisso, che garantisce periodicamente un ammontare di interessi stabilito a priori;
  • A tasso variabile, in cui gli interessi pagati dipendono da indici finanziari (generalmente Libor, Euribor o altri tassi ufficiali), reali (tasso di inflazione) o valutari (tasso di cambio).

A chi convengono i Bond

  • Agli investitori/risparmiatori che ricercano un rendimento periodico che sia:
    • Maggiore rispetto a un investimento in liquidità o in Titoli di Stato;
    • Certo nei flussi di cassa, in quanto il rischio - seppur esistente (e legato al fallimento del soggetto emittente) - è comunque più contenuto rispetto, per esempio, all'investimento in azioni.
  • Alle società emittenti, perché la collocazione di titoli obbligazionari rappresenta una forma di finanziamento alternativo a quello bancario, permettendo di reperire risorse anche con scadenze prolungate e a tassi di interesse che possono essere più vantaggiosi rispetto ai prestiti bancari.

Differenza tra capitale di rischio e debito

La distinzione fra capitale di rischio e debito rimane fondamentale per capire che genere di investimento un risparmiatore sta facendo.Quando si compra un’azione di una società si diventa soci (azionisti, appunto) dell’azienda e quindi si partecipa al capitale di rischio e di conseguenza ci si sottopone a una maggiore incertezza, in cambio di probabili rendimenti più elevati.

Chi invece acquista un’obbligazione (Bond) compra parte del debito di una società (o di uno Stato) rappresentato da un titolo, e ne diventa soltanto creditore. In teoria, dunque, a meno di un default (cioè di un fallimento) della società o dello Stato in questione, il creditore deve riavere a una scadenza prefissata il capitale sottoscritto più gli interessi previsti dal contratto;

Le obbligazioni subordinate

Le obbligazioni subordinate (o junior) sono titoli il cui rimborso del capitale, in caso di insolvenza dell'emittente, avviene solo successivamente ai creditori ordinari e alle altre obbligazioni (cosiddette senior). A fronte della maggiore rischiosità, al sottoscrittore è garantito un rendimento più alto. Da questo punto di vista vengono infatti considerate uno strumento intermedio tra l'obbligazione e l'azione e richiedono particolare attenzione e competenza.

I costi legali

I costi legati all'investimento in titoli obbligazionari riguardano principalmente le commissioni spettanti agli intermediari interessati per le operazioni di acquisto e vendita titoli e la custodia degli stessi (è necessaria l'apertura di un "conto titoli"). Qualsiasi forma di reddito generata da questi titoli è sottoposta a imposizione fiscale.

Il sottoscrittore di questo strumento di investimento vanta un diritto di credito nei confronti del soggetto emittente relativamente alle cedole maturate periodicamente e al capitale rimborsato a scadenza.

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2. I Minibond

Se un’impresa sta registrando una rapida crescita, è probabile che le istituzioni finanziarie tradizionali come le banche non siano in grado di fornirle le risorse necessarie per sostenerla. In questo scenario, si può considerare l'utilizzo del mercato dei Minibond, che costituiscono lo strumento ideale per raccogliere nuovi capitali, poiché sono progettati specificamente per le aziende in forte espansione che non sono ancora quotate in Borsa.

Secondo un rapporto redatto dalla Cerved Rating Agency, il valore potenziale delle emissioni di Minibond in Italia ammonta a 12,9 miliardi di euro dopo il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Ciò implica che "oltre mille imprese italiane soddisfano tutti i requisiti per emettere Minibond nell'anno successivo: sono aziende con un'ottima reputazione creditizia, una solida situazione patrimoniale e una crescita dei ricavi costante superiore al 5%" (fonte: il Sole 24 Ore). Nei primi sei mesi del 2022, le PMI hanno emesso ben 105 Minibond, per un totale di 559 milioni di euro.

Pertanto, il 2023 potrebbe essere definitivamente l'anno dei Minibond.
Ma cosa rappresentano esattamente? Come funzionano e come può una piccola e media impresa emetterli?

I minibond rappresentano obbligazioni o strumenti di debito a medio-lungo termine emessi da società non quotate, di solito PMI.

I vantaggi dei Minibond per le aziende

Possiamo affermare che l'emissione di Minibond offre vantaggi alle aziende, quali:

  • Rinforzo del patrimonio e del rating: l'emissione di minibond contribuisce a rafforzare la situazione patrimoniale dell'azienda e migliora il proprio rating creditizio;
  • Sostegno per una futura quotazione in Borsa: i minibond offrono un supporto adeguato per le aziende che intendono intraprendere un percorso verso una futura quotazione in Borsa.

Sfruttare queste opportunità di finanziamento rappresenta un'occasione importante, per diverse ragioni:

  • Minore dipendenza dalle banche: l'emissione di minibond riduce la dipendenza delle aziende dalle istituzioni finanziarie tradizionali, come le banche;
  • Costi ridotti: i costi associati ai minibond tendono ad essere inferiori rispetto ad altre forme di finanziamento;
  • Maggiori opportunità di finanziamento: l'emissione di minibond apre nuove opportunità di finanziamento per le aziende, consentendo loro di diversificare le fonti di capitale.

Sfruttare i Minibond come canale di raccolta di capitali offre dunque numerosi benefici per le aziende, promuovendo la loro crescita e riducendo le limitazioni finanziarie.

Quali sono i requisiti per l'emissione dei Minibond

Per emettere Minibond, un'impresa deve soddisfare determinati requisiti affinché risulti "appetibile" agli investitori che sottoscriveranno il titolo di debito emesso dall'azienda.
Le aziende che si trovano in difficoltà finanziaria, con un fatturato in diminuzione, scarsa crescita, bassa marginalità e flusso di cassa negativo non sono idonee per emettere Minibond, poiché non suscitano interesse da parte degli investitori.

Di seguito sono riportate delle linee guida generali per comprendere se un’azienda potrebbe intraprendere il percorso dell'emissione di Minibond:

  • Fatturato: il fatturato dell'impresa dovrebbe essere superiore a 5 milioni di euro e aver registrato una forte crescita negli ultimi tre anni;
  • EBITDA: il margine operativo lordo (EBITDA) dell'azienda dovrebbe rappresentare almeno il 10% del fatturato;
  • Posizione finanziaria netta (PFN) e EBITDA: Il rapporto tra la posizione finanziaria netta (PFN) e l'EBITDA deve essere inferiore a 4. Questo indica la capacità dell'azienda di gestire il proprio debito rispetto alla redditività operativa;
  • Rating: l'azienda deve certificare il proprio rating attraverso una società di rating riconosciuta e certificata da EBA (Autorità Bancaria Europea) ed ESMA (Autorità Europea degli strumenti finanziari e dei mercati). Un rating elevato aumenta l'attrattiva dell'emissione e trasmette agli investitori la solidità ricercata.

Tali criteri costituiscono una base generale per determinare se un’azienda potrebbe intraprendere il percorso di emissione di Minibond. Tuttavia, è sempre consigliabile consultare esperti finanziari o consulenti specializzati per valutare la situazione specifica di ciascuna impresa e ottenere una valutazione accurata delle possibilità di emissione di minibond.

Come funzionano i Minibond

I Minibond operano attraverso un processo di emissione che coinvolge diversi attori finanziari, anziché un rapporto diretto "uno a uno" tra l'emittente e l'investitore come avviene tra una banca e un'impresa.

Tra questi attori, l'Advisor riveste un ruolo fondamentale poiché valuta la PMI emittente e verifica la fattibilità e la convenienza economica-finanziaria dell'operazione.
Le imprese sono affiancate dall'Advisor in vari passaggi necessari per l'emissione del Minibond e il coordinamento degli altri partecipanti.
Nel processo di emissione, sono coinvolti anche gli arranger, che assistono la PMI nella strutturazione del Minibond e nella sua collocazione, preparando l'azienda e i suoi soci.

Gli investitori che sottoscrivono i Minibond sono di vitale importanza; senza la loro fiducia nel progetto imprenditoriale, non si possono ottenere i benefici dell'emissione. Gli investitori possono essere banche, intermediari finanziari, fondi pensione, compagnie assicurative, fondi di "private debt" e società veicolo.

In sintesi

In sintesi, i Minibond funzionano attraverso un processo di emissione che coinvolge un Advisor che valuta l'azienda emittente, gli arranger che supportano nella strutturazione e collocamento, e gli investitori che sottoscrivono i Minibond. Questo sistema permette alle PMI di accedere a finanziamenti provenienti da diversi attori del mercato finanziario.

Le differenze tra Minibond e finanziamento bancario

Il finanziamento bancario e l'emissione di Minibond sono due forme di finanziamento con caratteristiche e approcci differenti.
Ecco le principali differenze tra i due sistemi:

  • Dipendenza dalla banca:
    • Finanziamento bancario: nel finanziamento bancario, le PMI sono dipendenti dalle istituzioni bancarie per ottenere i prestiti. La decisione di concedere il finanziamento si basa sulle garanzie e sulla storia creditizia dell'azienda.
    • Emissione di Minibond: minore dipendenza bancaria. L'emissione di Minibond consente alle PMI di ridurre la loro dipendenza dal sistema bancario. Si aprono nuove opportunità di finanziamento coinvolgendo una varietà di investitori come intermediari finanziari, fondi pensione e compagnie assicurative.
  • Valutazione basata su:
    • Finanziamento bancario: valutazione basata su garanzie e storico. La banca valuta la richiesta di finanziamento principalmente in base alle garanzie offerte dall'azienda e alla sua storia creditizia.
    • Emissione di Minibond: valutazione basata su solidità patrimoniale, profittabilità e flusso di cassa. Il processo di emissione dei Minibond si basa sulla valutazione della solidità patrimoniale, della profittabilità e del flusso di cassa dell'impresa. Questi fattori sono determinanti per attrarre gli investitori e garantire la sostenibilità dell'emissione.

In sintesi

In sintesi, l'emissione di Minibond offre alle PMI diversi vantaggi rispetto al finanziamento bancario, tra cui una minore dipendenza dal sistema bancario e una valutazione basata sulla solidità patrimoniale, profittabilità e flusso di cassa dell'azienda. Questo sistema permette alle PMI di diversificare le fonti di finanziamento e di accedere a capitali provenienti da una varietà di investitori.

Ulteriori importanti differenze tra i Minibond e il credito bancario includono:

  • Scadenza: i prodotti bancari generalmente hanno una scadenza più breve, tipicamente compresa tra 3 e 5 anni, mentre i Minibond hanno una scadenza più lunga, solitamente tra 5 e 7 anni;
  • Garanzie: le garanzie sono spesso richieste dalle banche come requisito obbligatorio per concedere il finanziamento, mentre per i Minibond sono gradite, ma non strettamente necessarie;
  • Tasso di interesse: nel caso del credito bancario, il tasso di interesse dipende dal costo del capitale al quale la banca fa riferimento. Nel mercato dei Minibond, invece, il tasso di interesse viene determinato in base alla qualità dell'azienda e del progetto che il Minibond sostiene;
  • Modalità di rimborso: per i finanziamenti bancari, viene solitamente seguito un piano di ammortamento. Nel caso dei Minibond, il rimborso del capitale può avvenire tramite la modalità bullet, cioè a scadenza con un periodo di preammortamento fino a 2 anni;
  • Segnalazione in Centrale Rischi: i Minibond non vengono segnalati in Centrale Rischi di Banca d'Italia e non sono soggetti a revoca come i finanziamenti tradizionali o i fidi di cassa;
  • Visibilità e quotazione: l'emissione di Minibond consente all'azienda di diventare visibile agli occhi degli investitori istituzionali e non, in quanto offre la possibilità di essere quotata sulla Borsa Italiana presso l'indice ExtraMot Pro.

In sintesi

In sintesi, i Minibond si differenziano dal credito bancario per la scadenza più lunga, la minore richiesta di garanzie, la determinazione del tasso di interesse basata sulla qualità dell'azienda, la modalità di rimborso del capitale, l'assenza di segnalazione in Centrale Rischi e la possibilità di diventare visibili agli investitori attraverso la quotazione in Borsa.

Quanto costa emettere Minibond

Emettere Minibond comporta dei costi, che possono variare in base al capitale raccolto e alle diverse fasi coinvolte nel processo di emissione.
Di seguito sono elencati i principali costi associati all'emissione di Minibond:

  • Advisor finanziario: l'azione dell'Advisor finanziario, che è fondamentale nel processo di emissione, può comportare una tariffa compresa tra lo 0,5% e il 2,0% del capitale raccolto. Questo è un costo unico, pagato una volta;
  • Arranger: gli arranger, che assistono nella strutturazione e collocamento dei Minibond, possono addebitare una tariffa compresa tra lo 0,5% e l'1,5% del capitale raccolto. Anche questa è una spesa unica;
  • Studio legale: i costi legali associati all'emissione dei Minibond, come la sottoscrizione del contratto e il processo di ammissione, possono variare tra i 15.000 € e i 50.000 €. Anche questa è una spesa unica;
  • Certificazione del bilancio: la certificazione del bilancio d'impresa ha un costo annuale di circa 15.000 €;
  • Emissione del rating: se l'azienda opta per l'emissione del rating, i costi possono variare tra i 15.000 € e i 20.000 € per una PMI. È importante notare che nei successivi anni dopo il primo, il costo può ridursi del 40%;
  • Ammissione alla quotazione su ExtraMOT PRO3: Se l'azienda decide di quotarsi su ExtraMOT PRO3, vi è un costo di 2.500 €, pagato una volta;
  • Costi bancari: è previsto un costo annuale di circa 5.000 € per la banca depositaria e la banca agente.

In conclusione

In conclusione, l'emissione di Minibond rappresenta una risorsa importante per le aziende ben strutturate, in forte crescita e che desiderano accedere a finanziamenti significativi diversi dalle tradizionali fonti bancarie. È fondamentale considerare attentamente i costi associati all'emissione di Minibond e valutare se l'opportunità di accesso ai capitali offerta compensi i costi sostenuti.

Riassumiamo i Minibond in cinque FAQ

  • Cos'è il Minibond?

Il Minibond è uno strumento di finanziamento innovativo rivolto alle aziende non quotate in Borsa. Consente alle PMI di reperire fondi da investitori attraverso l'emissione di titoli di credito;

  • Come funzionano i Minibond?

I Minibond sono obbligazioni a medio-lungo termine emesse dalle PMI. Come obbligazioni, offrono un tasso di interesse riconosciuto sotto forma di cedola periodica. Inoltre, hanno una data di scadenza in cui viene rimborsato il capitale. In genere, le obbligazioni con un valore nominale complessivo inferiore a 50 milioni di euro vengono considerate Minibond;

  • Chi può emettere i Minibond?

I Minibond possono essere emessi da società italiane non quotate, sia Srl che SpA. Gli emittenti devono essere diversi dalle banche e dalle microimprese, con un fatturato superiore a 2 milioni di euro e almeno 10 dipendenti;

  • Quali sono i requisiti per i Minibond?

Non esistono parametri o requisiti specifici per i principali termini e condizioni dei Minibond, come la durata, il tasso di interesse o la struttura di rimborso del capitale. Questi aspetti possono essere definiti in base alle esigenze e alla situazione dell'azienda;

  • Come emettere Minibond per le PMI?

L'emissione di Minibond è un processo complesso e richiede competenze specifiche. Le PMI interessate devono avvalersi di consulenti qualificati e preparati per gestire l'intero processo di costruzione, sistemazione ed emissione dei Minibond. È fondamentale affidarsi a professionisti esperti per garantire un processo efficiente ed efficace. Con la formula latina “pro soluto” si indica una forma specifica di factoring, ovvero quella che viene considerata la formula tradizionale e classica di questo “istituto”. La specifica di questa formula, rispetto a quella che si analizzerà nelle righe immediatamente seguenti, è una: non si prevede alcuna rivalsa rispetto ad una potenziale insolvenza da parte del debitore che il cedente ha ceduto al factor. Significa che una volta concordati gli estremi dell’operazione, il cedente può considerare chiusa definitivamente la stessa, che il debitore onori il suo debito, anziché no. Significa, inoltre, che ad assumersi l’intero rischio del credito è solo e unicamente il factor, ovvero colui che lo acquista. I rapporti, a quel punto, saranno unicamente fra factor e debitore, liberando il cedente da ogni onere e ogni rischio.

I Minibond Finlombardia

Con l’iniziativa Minibond, Finlombarda sostiene il tessuto produttivo regionale attraverso la sottoscrizione - in compartecipazione con altri investitori istituzionali - di Minibond emessi da imprese lombarde. L’oggetto dell’emissione potrà riguardare il finanziamento dei piani di investimento aziendali, la copertura del fabbisogno di capitale circolante o il rifinanziamento del proprio debito. In ogni caso, gli interventi effettuati grazie al Finanziamento dovranno garantire impatti sul territorio della Regione Lombardia in termini occupazionali e/o economici e/o sociali.

Il plafond di risorse finanziarie messe a disposizione da Finlombarda per la sottoscrizione dei Minibond ammonta a 120 milioni di euro, alle quali si aggiungono le risorse finanziarie rese disponibili dagli Investitori Istituzionali e/o Investitori Istituzionali Convenzionati. Una quota del plafond pari a 50 milioni di euro è dedicata alle Imprese che adottano comportamenti sostenibili in ambito ambientale, sociale e relativamente al proprio modello di governance, come definito nell’Avviso.

L’iniziativa si rivolge alle imprese, di qualunque dimensione, con la sola eccezione delle microimprese, in possesso dei seguenti requisiti:

  • sede legale e/o sede operativa in Lombardia;
  • costituite, attive e iscritte al registro delle imprese;
  • costituite in forma di società di capitali;
  • non in stato di insolvenza, fallimento, liquidazione coatta, concordato preventivo non omologato, o nella condizione in cui sia in corso un procedimento per la dichiarazione di una delle situazioni suddette nei propri riguardi;
  • non inadempienti all'obbligo di versamento derivante dalla notifica di una o più cartelle di pagamento di cui all’art. 48 bis del D.P.R. n. 602 del 29/09/1973;
  • non attive nel gioco d’azzardo e attrezzature correlate (ad es. costruzione, distribuzione e commercializzazione di apparecchiature per scommesse, videopoker, slot-machines, gestione di sale giochi e scommesse, etc) e nella pornografia (sexy shop, editoria di settore, etc.);
  • attive in uno dei settori di attività con codice ATECO 2007 con esclusione dei settori L (Attività immobiliari) e K (Attività finanziarie ed assicurative) fatta eccezione del codice K) 64.20.00 (Attività delle società di partecipazione - holding), che è ammesso.

Caratteristiche dei Minibond Finlombardia:

  • valore complessivo emissione: minimo 1 milione di euro;
  • quota sottoscritta da Finlombarda: fino al 40% del valore complessivo in emissione, adeguato in base all’importo effettivamente raccolto, per un importo complessivo, comunque, non superiore a 5 milioni di euro;
  • durata: 3-10 anni;
  • modalità di rimborso: bullet o amortizing (con eventuale preammortamento di massimo 36 mesi);
  • cedola: fino al 7%;
  • garanzie e impegni: potranno essere richieste garanzie reali, incluse, senza limitazioni, ipoteca, usufrutto, pegno, diritto di superficie, servitù su beni di cui l’Impresa è proprietaria e del Fondo Centrale di Garanzia. Potranno essere altresì previste, a favore degli Investitori, clausole usuali per questa forma tecnica di finanziamento (per esempio: pari passu, cambio di controllo, negative pledge, limiti alla cessione dei beni etc.).

I termini e le condizioni dell’emissione saranno definiti solo a conclusione della fase di istruttoria economico – finanziaria.

Qualora l’Impresa non disponga, al momento della presentazione della richiesta di sottoscrizione, dell’impegno alla sottoscrizione o dell’avvenuta sottoscrizione di almeno il 60% del valore complessivo del prestito obbligazionario da parte di un investitore istituzionale, può indicare nella richiesta di sottoscrizione uno o più investitori istituzionali convenzionati.

Gli investitori istituzionali in possesso dei requisiti possono aderire all’iniziativa sottoscrivendo la convenzione con Finlombarda. La convenzione dovrà essere sottoscritta dal legale rappresentante dell’investitore istituzionale o altro soggetto munito dei necessari poteri. La sottoscrizione può avvenire con firma autografa o con firma digitale.

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3. I Basket Bond

Tecnicamente, i basket bond sono operazioni di cartolarizzazione* di obbligazioni emesse da diverse PMI e mid-cap accomunate da caratteristiche simili. Nella maggior parte dei casi si tratta di portafogli dalla forte connotazione territoriale o tematica. In genere i portafogli in questione coinvolgono un pool di imprese e vengono costituiti applicando criteri prestabiliti che mirano a definire un determinato livello di omogeneità economica e finanziaria di settore merceologico o territoriale.

Per esempio, ci sono gli hotel basket bond, che aggregano obbligazioni emesse da strutture turistiche e ricettive. Ci sono i cosiddetti green basket bond, strumenti di finanziamento creati per supportare realtà imprenditoriali che effettuano investimenti nel settore ambientale.

Una volta selezionate le società che compongono il basket di riferimento, l’emissione dei bond avviene con la cartolarizzazione di titoli obbligazionari emessi dalle società stesse.

Successivamente, i prestiti obbligazionari vengono sottoscritti da una società veicolo di cartolarizzazione, che a sua volta emette titoli chiamati asset backed securities (ABS), aventi come sottostante i singoli mini-bond.

Oltre alle piccole e medie imprese che emettono le obbligazioni e gli investitori istituzionali che le sottoscrivono, vengono coinvolte altre figure nel programma, quali:

  • Advisor finanziari: incaricati di coordinare le operazioni nel loro complesso e definire le strategie finanziarie e i relativi business plan;
  • Certificatori: che attestano la sostenibilità economico-finanziaria delle emissioni;
  • Soggetti incaricati di curare la collocazione dei basket bond sul mercato e proporli agli investitori target potenzialmente interessati.

I basket bond rappresentano una naturale evoluzione dei mini-bond, strumenti di finanza alternativa ampiamente utilizzati dalle piccole e medie imprese, regolamentati dal decreto-legge numero 145 del 23 dicembre 2013.

I basket bond regionali prevedono la creazione di portafogli di mini-bond emessi da società con sede nella regione target per finanziare i rispettivi piani di crescita e innovazione. L’obiettivo è quello di sostenere il tessuto imprenditoriale dell’area di riferimento. I portafogli in genere beneficiano di una garanzia pubblica a copertura delle prime perdite registrate.

I basket bond a mercato sono programmi volti a sostenere lo sviluppo e la crescita di PMI e mid-cap italiane con finanziamenti nell’ottica del lungo periodo attraverso canali alternativi a quello bancario tradizionale, valutando di volta in volta l’uso di garanzie a condizioni di mercato.

 

*La cartolarizzazione permette di trasformare beni o attività illiquide in liquide, così da poterle rimettere nel mercato. In questo modo l’azienda cedente si priva del rischio connesso, che passa in mano agli investitori.

Proviamo a fare un esempio per chiarire cosa accade.
Nel bilancio di un’attività ci possono essere alcuni crediti di medio o lungo termine in sofferenza, ovvero cifre che i debitori non hanno saldato correttamente. Voci di questo tipo rappresentano un problema, visto che non è possibile recuperare la liquidità necessaria. Per questo motivo i crediti vengono ceduti ad una “società veicolo” e trasformati in attività liquide.

Le società veicolo emettono dei titoli che hanno come garanzia i suddetti finanziamenti, e li cedono sul mercato a investitori privati o istituzionali. In questo modo l’originator riesce, quasi sempre, a recuperare le cifre collegate a crediti deteriorati, potendo avviare le strategie necessarie per investire ed espandere il proprio business. Oppure, in ogni caso, cede il rischio dell’operazione a terzi.

Si tratta di operazioni nelle quali il ruolo delle società veicolo, Special Purpose Vehicle “SPV”, dette anche arranger o service è di fondamentale importanza. Esse, infatti, sono società alle quali lo Stato ha concesso di emettere titoli per incorporare crediti ceduti, e possono supportare le aziende nella creazione e vendita di titoli cartolarizzati.

Le fasi della cartolarizzazione:

  • Individuazione del pacchetto di crediti in sofferenza: l’originator, ovvero l’impresa cedente deve selezionare il pacchetto creditizio oggetto dell’operazione;
  • Cessione dei crediti alla società veicolo: va precisato che il soggetto cedente non deve dare alcuna garanzia in merito alla possibilità che i debitori possano provvedere al pagamento dei debiti. La cessione, infatti, avviene con la clausola di garanzia pro-soluto;
  • Emissione dei titoli;
  • Collocamento dei titoli sul mercato: una volta ceduti i titoli, le società veicolo devono versare all’originator quanto ricavato dalle obbligazioni, in base al rating assegnato a queste ultime.

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