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Bollino blu ricerca e sviluppo ai blocchi di partenza?

Il decreto attuativo per la certificazione del credito d’imposta ricerca e sviluppo, noto come “bollino blu”, è ancora in attesa di essere pubblicato nonostante il termine (seppure non perentorio) fosse il 22 luglio 2022.

Questo decreto è atteso con grande interesse dalle imprese in quanto consentirebbe di ottenere una certificazione da parte di enti accreditati dal ministero, fornendo maggiore sicurezza contro eventuali contestazioni dell’amministrazione finanziaria sulla legittimità del credito d’imposta.

La certificazione avrebbe effetti vincolanti nei confronti del Fisco, tranne nel caso in cui sia rilasciata per un’attività diversa da quella effettivamente svolta, sulla base di una rappresentazione errata dei fatti. Ciò significa che gli atti fiscali o sanzionatori che differiscono da quanto certificato sono nulli.

Per completare l’operazione, i tecnici del Ministero delle Imprese e dell’Economia stanno lavorando per finalizzare il decreto nei prossimi incontri. Alcuni aggiustamenti al testo sono diventati necessari a seguito delle modifiche apportate dalla manovra 2023, che ha ampliato l’accesso alle richieste di certificazione eliminando il riferimento alle attività amministrative di accertamento già avviate.

Il ritardo accumulato e le ulteriori fasi tecniche da completare (registrazione alla Corte dei conti, pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, decreto direttoriale per definire il modello di richiesta della certificazione) potrebbero richiedere una riflessione da parte del Governo e del Parlamento sulla sanatoria relativa ai vecchi crediti ricerca e sviluppo. Attualmente, il termine per aderire al programma di riversamento spontaneo senza sanzioni e interessi per il periodo 2015-2019 è fissato al 30 novembre 2023. Sarà importante valutare gli effetti finanziari, poiché la restituzione delle somme dovute può avvenire in un’unica soluzione entro il 16 dicembre 2023 o in tre rate scadenti rispettivamente il 16 dicembre 2023, 2024 e 2025.

Potrebbe quindi essere necessaria una revisione dei termini alla luce dei pagamenti effettuati fino ad ora e delle aspettative per i successivi versamenti. Tuttavia, ottenere la certificazione per il passato potrebbe influire positivamente sulla decisione di restituire o mantenere i crediti, garantendo la correttezza delle operazioni e riducendo le incertezze che altrimenti porterebbero alla restituzione dei fondi.

(fonte: Il Sole 24 ore)

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